Circa 500 lavoratori hanno partecipato oggi 24 gennaio, a Firenze, all’attivo dei delegati delle aziende associate a Federdistribuzione. Zara, Ikea, Carrefour, Decathlon, Auchan, Esselunga, Panorama, Pam, Metro sono solo alcuni dei grandi marchi della distribuzione moderna organizzata, che dopo la fuoriuscita da Confcommercio non hanno ancora ridato un piano di regole al settore, lasciando senza contratto nazionale di riferimento i circa 300mila lavoratori. È quanto riferisce la Filcams Cgil, in una nota.

Un dialogo, quello con le parti datoriali, fino ad adesso difficile, a causa del continuo anteporre gli interessi aziendali a quelli dei lavoratori e la proposta di soluzioni ben lontane dall’acclamato equilibrio tra le parti. "Se a suon di dichiarazioni stampa - spiega il sindacato -, Federdistribuzione ha vantato la disponibilità al dialogo, nel concreto le organizzazioni sindacali nel concreto non c’è stato alcun tipo tipo di apertura verso le richieste dei lavoratori, ma solo azioni unilaterali volte a eludere qualsiasi tipo di mediazione".

“Ad oggi – ha dichiarato Fabrizio Russo, segretario nazionale, aprendo i lavori – non ci sono i margini per una ripresa della trattativa, per questo è necessaria una nuova fase di mobilitazione, che non escluda alcuno strumento di rivendicazione”. Dal dibattito con i delegati è emersa la volontà di riorganizzare i lavoratori, non escludendo iniziative sui territori a sostegno della vertenza. Uno strumento incisivo nel confronto con le singole aziende arriverà dalla cosiddetta vertenzialità diffusa, aprendo contenziosi legali che abbiano come protagonisti i singoli lavoratori.

Domani 25 gennaio, sempre a Firenze, sarà la volta dei 400 delegati della distribuzione cooperativa, che si ritroveranno in rappresentanza dei 54mila dipendenti. In attesa del rinnovo del contratto nazionale da oltre quattro anni; anche in questo caso, sono gli interessi delle Associazioni a prevaricare, con la continue proposte atte a recuperare la produttività, eliminando diritti e tutele. "La distribuzione cooperativa ha ormai perso il suo carattere di distintività, e sta mettendo in atto processi di riorganizzazione che continuano a peggiorare le condizioni di chi lavora nel settore".

Gli hashtag della protesta: #AvantiSempreTutti e #SiamoDoveSei