Un intero settore a rischio, 30 mila lavoratori (tra diretti e indotto) che oggi guardano al futuro con enorme preoccupazione. È quello delle aziende d’impiantistica telefonica, un comparto di importanti professionalità e competenze che potrebbe essere messo in ginocchio dalle recenti decisione di Telecom di reinternalizzare queste attività. Una situazione che viene affrontata oggi (lunedì 19 marzo) dai sindacati in un incontro a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico. In concomitanza con l’incontro Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno anche indetto uno sciopero nazionale di quattro ore, con un presidio a Milano a partire dalle ore 14.

“Telecom ha presentato un piano di riorganizzazione che prevede la reinternalizzazione di diverse attività, nonché una rimessa di abbattimento dei premi pari e superiori al 10 per cento nei confronti delle aziende di installazione telefonica” scrivono Fim, Fiom e Uilm. Per i sindacati le scelte che il gigante della telefonia ha comunicato alle imprese “potrebbero abbattersi pesantemente sulla tenuta occupazionale del sistema delle aziende di impiantistica, che conta circa 15 mila addetti diretti e altrettanti indiretti”. Da qui la necessità dell’incontro odierno, con l’obiettivo “di scongiurare eventuali massicci licenziamenti e un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro di chi opera nel settore”.

Il settore delle telecomunicazioni ha attraversato negli ultimi anni una profonda crisi prodotta dalla mancanza d’investimenti. “I processi di riorganizzazione degli anni passati hanno ridotto i livelli occupazionali, nonché generato problemi alle condizioni del settore” concludono i sindacati: “Il pesante ritardo accumulato nell’estensione della banda larga e ultralarga, che dovrebbe essere recuperato entro il 2020, prevede un impegno importante dei lavoratori nei prossimi anni che non possono e non devono subire arretramenti nelle condizioni di lavoro”.

"Il piano rischia di produrre effetti estremamente negativi sull'occupazione e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti delle aziende che lavorano in appalto" commentano la segretaria nazionale Fiom Cgil Roberta Turi e il coordinatore Fiom del settore Candido Omiciuolo: "Il ribasso dei contratti chiesto dal gruppo non consentirebbe neppure di applicare il contratto nazionale ai lavoratori". La Fiom, concludono i due esponenti sindacali, chiede "un intervento immediato del ministero su Tim per impedire un peggioramento delle condizioni dei lavoratori del settore delle installazioni telefoniche ed eventuali esuberi".