'Di fronte al caso Telecom, il Paese deve interrogarsi. Il governo torni ad assumere il ruolo che gli compete. Il sindacato, unitariamente, e' pronto al confronto, come ha dimostrato con la proposta di istituire una cabina di regia'. Cosi' Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in una lettera al Corriere della Sera in cui denuncia la vendita delle grandi aziende 'al miglior offerente, senza alcuna idea di politica industriale, di integrazione, di possibile crescita e degli effetti sul sistema produttivo e sull'occupazione'. Con Telecom 'e' la prima volta che un asset strategico per il futuro del Paese e' acquisito da un'impresa straniera senza che ci sia stata una preventiva discussione pubblica sulle sue ricadute e senza che il governo attivasse la golden share. In assenza di un deciso cambio di passo - avverte Camusso - quanto avvenuto e' destinato a ripetersi nelle prossime settimane con altri gioielli della nostra industria'. 'La svendita diffonde l'idea dei saldi di fine gestione e non che l'Italia abbia le capacita' di superare la crisi e avviare le trasformazioni necessarie a restare una potenza industriale', prosegue Camusso, secondo cui il governo 'ora deve tornare ad assumere il ruolo che gli compete e a cui non puo' abdicare per esigenze di bilancio: definire gli indirizzi strategici delle reti e dell'industria, i processi di innovazione, le scelte di integrazione con altri partner'. 'La discontinuita' e' indispensabile - conclude la leader della Cgil - al punto che si potrebbe cominciare a riconoscere, a partire dalle aziende pubbliche, l'articolo 46 (democrazia economica, ndr) della Costituzione'.