Un “killer silenzioso” che continua a mietere oltre 3 mila vittime ogni anno. È l’amianto, la fibra minerale causa di gravissime patologie, ancora oggi presente in 370 mila strutture italiane, per un totale di 58 milioni di metri quadrati di coperture, con 1.195 siti dove occorrerebbe intervenire con la massima urgenza. Cgil, Cisl e Uil si mobilitano oggi (giovedì 8 novembre) per avere le risposte dovute dal governo alle diverse problematiche che riguardano l’asbesto”. L’appuntamento è alle ore 10.30 a Roma, con un presidio davanti al ministero del Lavoro (sit-in che segue i due già organizzati martedì 6 novembre a Milano e Bari): l’obiettivo è chiedere al ministro e vicepresidente del Consiglio Di Maio di farsi carico delle risposte, a partire dalla legge di Bilancio 2019.

“Bisogna accelerare decisamente la bonifica per interrompere una strage continua, che può regredire solo garantendo un'effettiva bonifica dell’amianto negli ambienti di vita e di lavoro dei cittadini e dei lavoratori”, dichiarano in una nota unitaria i segretari confederali Maurizio Landini (Cgil), Angelo Colombini (Cisl) e Silvana Roseto (Uil). Per i tre esponenti sindacali occorre “garantire la giustizia previdenziale ai lavoratori esposti all’amianto, che hanno un’aspettativa di vita più bassa rispetto alla generalità dei lavoratori, superando una frastagliata e contraddittoria legislazione”. Landini, Colombini e Roseto rimarcano anche la necessità di “risarcire dignitosamente le vittime innocenti di questa strage silenziosa, sull’esempio del modello francese di sicurezza sociale”.

Cgil, Cisl e Uil pongono l’attenzione sul rafforzamento delle strutture dei centri operativi regionali per la rilevazione di tutti i tumori dovuti all’amianto, al fine d'individuare le causali delle patologie correlate all'asbesto e definire piani puntuali di prevenzione e bonifica. “Bisogna dare certezza per un sistema sanitario di qualità, specialistico e omogeneo sul territorio nazionale, che si prenda cura delle persone malate a causa dell’amianto, sia attraverso la sorveglianza sanitaria attiva sia con la specializzazione di centri clinici di alto livello”, concludono i segretari confederali Landini, Colombini e Roseto: “Bisogna finanziare concretamente la ricerca preclinica e clinica sulle terapie efficaci per la cura dei mesotelioma”.

In piazza anche una delegazione dell’Associazione familiari e vittime dell'amianto (Afeva). "Sollecitiamo il ministero del Lavoro, anzitutto, ad approvare nell'ambito della legge di Bilancio misure per gli ex-esposti e gli ammalati da amianto", spiega il referente di Ravenna Idilio Galeotti. L'Afeva, inoltre, chiede al dicastero "il riconoscimento di tutte le esposizioni all'amianto ai lavoratori fino alla bonifica del sito; la riapertura dei termini per la presentazione delle domande previdenziali bloccate al 2005 e misure per garantirne il diritto, oggi costellato di difficoltà; la riforma del Fondo vittime amianto; la rivalutazione dell'assegno alle vittime non professionali da 5.600 a 12 mila euro; il riconoscimento Inail di tutte le malattie professionali da amianto; l'aumento delle risorse per avere più personale Ausl di vigilanza dei cantieri di bonifica dell'amianto". L'Associazione, infine, ricorda al governo l'urgenza di "realizzare il Piano nazionale amianto e la promozione di un Testo unico sull'amianto, riaprendo la consultazione sul testo elaborato nella scorsa legislatura".