"Molte delle complicità sotterranee sono state smascherate. Gli esecutori materiali della strage sono stati condannati, anche se giudico scandaloso il fatto che siano già liberi. Mancano i mandanti: quelli non sono ancora stati scoperti'. Così in un'intervista al Corriere della Sera, Libero Mancuso, pubblico ministero nel processo d'Assise che nel luglio dell'88 condannò, tra gli altri, gli ex neofascisti dei Nar Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini come esecutori materiali della strage alla stazione di Bologna.

Mancuso rivela poi che "a Roma, in quella stagione, operava una vera e propria agenzia criminale, una commistione tra delinquenza e un sistema politico e affaristico. Penso a Calvi - dice l'ex Pm - che fece gambizzare Rosone, direttore del Banco Ambrosiano. A Calò che, da cassiere della mafia, divenne capo della banda della Magliana. Alle armi e droga trovate negli scantinati del ministero della Sanità. Questo era lo scenario - dice -. E' evidente che i condizionamenti erano e sono tanti".