Per sconfiggere il terrorismo non servono leggi speciali o la sospensione dello stato di diritto, ma investimenti in formazione, lavoro di intelligence e di prevenzione, strategie mirate a livello comunitario. Questa la posizione del Silp Cgil, condividendo quanto detto dal capo della Polizia Alessandro Pansa durante il suo intervento alla scuola superiore della Polizia di Stato. “Per fronteggiare il terrorismo, non vi è la necessità di leggi speciali o di riduzione dell’ambito di esercizio dei diritti, per conseguire obiettivi di sicurezza” spiega il segretario generale Daniele Tissone: “Non saranno certo le leggi speciali a impedire a un terrorista di farsi saltare in aria”.

Cosa fare allora? “Il primo fattore strategico è la prevenzione” illustra Tissone: “Servono poi una maggiore intelligence europea con uno scambio di informazioni più capillare tra gli Stati, investimenti formativi per il personale di Polizia, ma soprattutto una strategia europea di risposta mirata su tale versante rispetto a quanto sta accadendo in Europa e non solo”. Per combattere il terrorismo, insomma, il metodo non può essere quello “di limitare i diritti personali: al contrario, occorre investire in sicurezza attraverso risorse economiche certe, con progetti di integrazione verso coloro che hanno deciso di stabilirsi nei nostri paesi contribuendo allo sviluppo della società”.