Sono 95mila i posti di lavoro andati in fumo in Sicilia tra il 2008 e il terzo trimestre del 2012 e di questi – rileva il rapporto del Cerfdos, il centro studi della Cgil regionale – 52mila nelle costruzioni, 22mila nell’industria, una flessione del 6%, contro il dato nazionale dell'1% in meno. 

Nell’isola una donna su due non lavora e la disoccupazione giovanile supera il 42%. Il 50% delle famiglie rientra ormai nella fascia della povertà relativa e “il rischio di insolvenza , cioè di bancarotta familiare – ha osservato il presidente Cerdfos, Giuseppe Citarrella – è elevato per quanto riguarda mutui, bollette, restituzione di prestiti al consumo”.

Questo avviene in una regione col Pil in caduta libera (-8% dal 2008 al 2011, e -2,7% nel 2012), con un tessuto produttivo che ha perso tra il 2008 e il 2011 il 25% del Pil, e che dunque non riesce a fare da moltiplicatore degli investimenti “come dimostra – ha detto Citarrella – lo scarto minimo tra Pil tendenziale e Pil programmatico”. A questo si aggiunge la crisi finanziaria della regione.

“Tenendo conto della capacità di spesa, della velocità di cassa, dell’ammontare dei residui passivi e della massa spendibile – ha rilevato il presidente del Cerdfos – emerge che la massa finanziaria da pagare si attesterà intorno ai 9 miliardi di euro a fronte dei 4,7 previsti dal patto di stabilità”.