Mentre imperversa la polemica sul ddl scuola bloccato e il mancato stralcio della parte che riguarda l’assunzione dei precari dal prossimo settembre, la Flc Cgil ha fatto le pulci sui presunti investimenti massicci fatti dal governo Renzi sulla nostra pubblica istruzione. I risultati di questo screening – tra risorse già stanziate dai governi precedenti, finanziamenti alle scuole private e qualche numero non troppo veritiero – ridimensionano di parecchio il mantra renziano: abbiamo investito ben 3,5 miliardi senza, per la prima volta, tagliare nulla.

A scorrere le tabelle compulsate dal sindacato della conoscenza della Cgil, si scopre così che i 3,5 miliardi di euro dichiarati si riducono a 2,3 effettivi;
il piano di assunzioni annunciato dallo stesso Renzi (e ora smentito) per la copertura di 150.000 posti si è ridotto a 100.701, mentre alla scuola ne servirebbero almeno 183.000; i precari che matureranno 36 mesi di servizio anziché contare sulla dovuta stabilizzazione potranno sperare al massimo su un indennizzo in denaro.

La Flc rileva poi che “i tagli ci sono stati (e altri 400 milioni di tagli sono in cantiere nel Def per la finanziaria 2016) e che molte richieste avanzate dai sindacati risultano, ad oggi, del tutto inascoltate”.

“In conclusione, con i nostri approfondimenti dimostriamo che la scuola già oggi per poter funzionare si avvale di un esercito di personale precario – continua la Flc –. Dalla stabilizzazione lo Stato ne trae un vantaggio e un risparmio. Un vantaggio perché così facendo può garantire la continuità della didattica e del servizio; un risparmio perché, come abbiamo dimostrato nell’approfondimento sull’organico potenziato, la differenza dei costi che corre tra i contratti a tempo determinato fino al 30 giugno e la stabilizzazione con contratti a tempo indeterminato è minima”.

“Il governo farebbe bene, dunque, a fronte della cruda realtà dei numeri, a stralciare dal disegno di legge in discussione al Senato la parte riguardante le assunzioni procedendo con decreto – conclude la nota -. Le ultime dichiarazioni del premier, invece, hanno più il sapore del ricatto al Parlamento e alle parti sociali con un gioco al ribasso sulla pelle dei precari. Il Governo dimostri con i fatti se vuole dare alla scuola una prospettiva di stabilità o lasciarla ancora ostaggio della ‘supplentite’”.