Sciopero di 24 ore e assemblea permanente dalle 5.30 di questa mattina all’Ilva di Cornigliano (Genova): queste le iniziative della Fiom locale in attesa della data per la convocazione dell'incontro al Mise sul futuro dello stabilimento ligure. Nel giorno del passaggio di proprietà dell'azienda in cui Arcelor Mittal comunicherà le assunzioni previste, le tute blu Cgil chiedono di chiarire le prospettive future del sito di Cornigliano e la tenuta occupazionale alla luce delle previsioni dell’accordo di programma per Genova.

Nessun corteo, oggi, a causa dell’allerta meteo in città (la manifestazione dovrebbe svolgersi domani); si resta in attesa della data per il nuovo tavolo romano dopo la disponibilità alla convocazione arrivata ieri in una nota congiunta del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e ministro allo Sviluppo Luigi Di Maio. Oggi intanto sarà a Genova nel pomeriggio il segretario confederale della Cgil Maurizio Landini, atteso alle 16.30 in piazza Sarzano per la presentazione del libro La strage silenziosa. Genova e i morti d'amianto, storia di una battaglia operaia, per Rubbettino editore, pubblicato dalla Camera del lavoro di Genova. Prima, alle 15, Landini incontrerà i lavoratori in sciopero dell'Ilva di Genova.

Sempre oggi pomeriggio tutte le organizzazioni sindacali e l'azienda si sarebbero dovute incontrare in Confindustria in seguito alla procedura di raffreddamento proclamata dopo l'annuncio dell'azienda di 59 esuberi tra i lavoratori attualmente non in cassa integrazione e in servizio nei settori della banda stagnata, manovra ferroviaria e linea di taglio. Ma la proclamazione dello sciopero avrebbe fatto cambiare idea alla gestione commissariale e tra poco dovrebbe arrivare la lettera ufficiale che cancella l'incontro.

Commenta all’agenzia Dire il segretario della Fiom di Genova Bruno Manganaro: “È incredibile, annullano l'incontro perché sono rimasti stupiti dallo sciopero. Quindi non solo vanno avanti con le lettere di distacco, negandoci pure il tavolo a Roma dedicato all'accordo di programma come era stato promesso nell'accordo del 6 settembre, ma procedono pure con gli esuberi mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori. Domani saremo in corteo perché la pazienza ha un limite. Se vogliono la drammatizzazione, l'avranno”.