Si fermano venerdì 18 e lunedì 21 novembre i 420 mila lavoratori del tessile-abbigliamento. È il primo sciopero del settore dopo ben vent’anni: a provocarlo è la rottura della trattativa (avvenuta alla fine di ottobre) tra sindacati e Smi-Confindustria per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto lo scorso 31 marzo. La mobilitazione, indetta da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, si articola con otto ore di stop nazionale e dimostrazioni a livello territoriale. Una manifestazione nazionale, invece, è prevista entro il 20 dicembre.

Venerdì 18 i segretari generali Emilio Miceli (Filctem), Angelo Colombini (Femca) e Paolo Pirani (Uiltec) sono al presidio della Lombardia, che si tiene davanti la sede di Smi-Confindustria di Milano (in viale Sarca 223), a partire dalle ore 9.30. I lavoratori delle Marche si ritrovano ad Ancona per un sit-in davanti alla sede di Confindustria (alle ore 10), dove partecipa anche Stefania Pomante, segretaria nazionale Filctem Cgil. Per gli addetti del Piemonte (esclusa la provincia di Cuneo, dove si manifesta lunedì 21) l’appuntamento è alle ore 10 a Biella, davanti all’Unione Industriale (in via Torino 56), mentre i dipendenti del tessile-abbigliamento del Veneto danno vita a presidi davanti alle fabbriche (a Valdagno, in provincia di Vicenza, nel piazzale antistante lo stabilimento Marzotto; a Treviso, davanti al quartier generale di Benetton).

Lunedì 21 si fermano i 40 mila lavoratori dell’Emilia Romagna: previsti sit-in davanti alle maggiori aziende della regione (a Parma, ad esempio, il presidio si tiene davanti allo stabilimento della Fabbrica Sartoriale Italiana). Stop anche per i 40 mila addetti della Toscana, che si riuniscono alle ore 10,30 a Prato presso la sede di Confindustria Toscana Nord (in via Valentini 14). La manifestazione regionale dell’Abruzzo si tiene a Penne (Pescara), mentre anche in Umbria lo sciopero è di otto ore.