Raggiunto l'accordo tra Regione Lazio, parti datoriali e organizzazioni sindacali per una nuova regolamentazione delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Lo affermano, in una nota, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Roma e Lazio.

La vertenza Rsa, spiegano, "è iniziata a settembre con la minaccia da parte di Aris e Aiop di tagliare del 50% il salario di 10mila lavoratori per poter far fronte alla crisi del settore che vedeva, tra i più gravi problemi denunciati dai datori di lavoro, la mancanza di politiche sociali che supportassero dal punto di vista economico i fragili ospiti delle Rsa nel pagamento delle rette. Una scelta inaccettabile contro cui il personale è entrato in stato di agitazione, dando il via alla mobilitazione regionale. Una provocazione, la minaccia del dimezzamento dei salari, che seguiva quella di adottare in alcune strutture contratti capestro".

L’accordo "ha visto un forte impegno politico ed economico da parte della Regione, che si è resa garante di un nuovo meccanismo di rimborso delle fatture alle strutture tale da dare maggiori garanzie di sostenibilità. A fronte di un quadro normativo più stabile, definito nel tavolo triangolare con la Regione, è stato possibile regolamentare diversamente la parte relativa ai lavoratori, ottenendo il vincolo ai rapporti di lavoro di dipendenza per le figure strettamente legate all’assistenza, necessarie a svolgere l’attività. Prevista, inoltre, la realizzazione dei percorsi di riqualificazione di parte del personale per una migliore assistenza e la regolamentazione del costo del lavoro, oggi caratterizzato da una rincorsa al contratto più basso, magari sottoscritto da sindacati non rappresentativi del settore".

Quest’ultima questione, tra le più delicate da affrontare, "consente in un quadro di mancanza di regole di scaricare direttamente sui lavoratori l'intero costo della crisi, applicando un selvaggio dumping contrattuale. Con questo Accordo le parti sono vincolate a trovare una intesa che consenta l'allineamento dei costi del personale, sfuggendo alla logica del massimo ribasso, e a sottoscrivere i contratti nazionali di lavoro solo con i sindacati più rappresentativi, tenendo conto del protocollo confederale sulla rappresentanza".

"Questo è il modo giusto di affrontare i problemi. Servono regole e trasparenza sull'utilizzo delle risorse pubbliche, e attenzione a un settore in profonda crisi che è parte integrante del sistema sanitario", concludono i sindacati.