“L’azione di Mario Monti ed Elsa Fornero è un positivo completamento delle riforme del governo Berlusconi”. Maurizio Sacconi, in una conversazione con Il Foglio, non lesina apprezzamenti per l'esecutivo tecnico anche sulla riforma del mercato del lavoro (tema, il lavoro, sul quale Alfano ha deciso per il 26 marzo una conferenza nazionale del popolo delle libertà). Mentre voi parlate, il governo agisce, gli obietta il giornalista del Foglio. “Quello che il governo Monti ha deciso o ha in corso di decisione – risponde l’ex ministro del Lavoro – è il completamento dell’‘ultimo miglio’. Ossia l’approvazione delle fasi finali di riforme che il governo Berlusconi ha impostato e realizzato. E sul lavoro, l'azione dell'esecutivo tecnico s'inserisce nel solco della legge Biagi Uno, ovvero Treu, e della Biagi Due, ossia la nostra”.

“Ma il cuore del problema – aggiunge ancora Sacconi – sono i licenziamenti disciplinari e le innovazioni sono necessarie proprio alla luce della nostra idea di società comunitaria. La società italiana, intrisa di valori cristiani, si fonda sulla dimensione comunitaria, dalla famiglia, all'impresa, al territorio. Dimensioni che si oppongono alla solitudine delle società nordiche, così bene rappresentata dalla loro produzione cinematografica neorealista. Le relazioni industriali nella visione comunitaria hanno uno sviluppo negli accordi aziendali, ora sostenuti dall'articolo 8 della manovra dello scorso agosto. Il neo comunitarismo si basa su un'idea antitetica al conflitto di classe anche nei rapporti di lavoro”. E quindi? “Se l'impresa è una comunità di interessi e di valori, quando il rapporto fiduciario o l'equilibrio economico vengono meno, deve essere possibile sciogliere il vincolo, a determinate condizioni (niente discriminazioni) e con tutele adeguate”.