Da alcune ore chi accede al portale della Ryanair per prenotare un volo si trova davanti, in bella mostra in homepage, un annuncio della compagnia che, in lingua inglese, si scusa per aver dovuto cancellare diversi voli nella giornata di martedì 8 maggio, a causa "di uno sciopero italiano di handling e Atc (controllori di volo)", che la stessa Ryanair definisce "ingiustificato".  Fin qui nulla di strano. Ma nel messaggio la compagnia aerea irlandese invita anche tutti i suoi passeggeri a firmare una petizione dal titolo "Keep Europe’s Skies Open".

Nell'appello, promosso dall'associazione A4E (Airlines for Europe), che riunisce cinque tra le maggiori compagnie europee, Air France KLM, easyJet, Iag, Lufthansa e Ryanair, si legge: "Non vuoi che i piani per le tue vacanze siano rovinati dagli scioperi? Allora firma qui sotto per chiedere a Commissione Ue, Parlamento Ue e Stati membri di proteggere l'Europa da continue estorsioni e interruzioni messe in atto dai sindacati dei controllori di volo". 

Da notare che nell'appello delle compagnie aeree si parla di "small groups of Air Traffic Control (ATC) unions", ovvero piccoli gruppi di sindacati, che con i loro scioperi terrebbero chiusi i cieli d'Europa. In realtà, lo sciopero odierno (8 maggio) in Italia, è stato proclamato da diverse sigle, tra le quali anche i sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil. Non a caso, secondo l'Enac, sono almeno 721 i voli cancellati, ma il numero potrebbe anche crescere nelle prossime ore. 

“La petizione, purtroppo, rientra perfettamente nelle azioni che ha intrapreso Ryanair durante questi anni, cioè rinnegare i diritti sanciti costituzionalmente com’è quello dei lavoratori di manifestare il proprio dissenso. Secondo le ‘brillanti’ idee della compagnia irlandese, sono azioni che andrebbero impedite”. A dirlo è Fabrizio Cuscito, responsabile del settore aereo della Filt Cgil nazionale, a RadioArticolo1. “Quel documento – aggiunge il sindacalista – è stato prodotto da un cartello di aziende, una sorta di associazione datoriale che non è presente su nessun tavolo di contrattazione e ha come unico obiettivo denigrare l’azione sindacale in tutte le sue diramazioni. Chiaramente – conclude Cuscito –  ci vede in forte contrasto. Non è un modello per noi praticabile e attuabile nel nostro Paese. Noi scioperiamo perché abbiamo esigenze che non sono state ascoltate dall'azienda, e seguiamo in maniera assolutamente regolare tutti i percorsi di dovuti e stabiliti per legge. Fino a che in Italia ci sarà il diritto di dissenso, noi quando servirà lo eserciteremo”.