"Mai, nella sua storia, Roma ha dato i segnali di chiusura che registriamo in questi mesi". Per Claudio di Berardino, segretario generale Cgil di Roma e Lazio, l’ordinanza del sindaco Gianni Alemanno che multa con 100 euro e il sequestro delle attrezzature chi esercita l’attività di lavavetri "è il solito provvedimento spot, ideato solo per colpire l’immaginario dei cittadini e nascondere i problemi reali, nonchè le persone che scappano dai semafori e si rifugiano nelle zone periferiche".
“Se davvero il sindaco pensa a una gestione sociale della questione – prosegue –, meglio sarebbe ritirare l’ordinanza, combattere seriamente il lavoro nero e irregolare e, insieme, rivedere i piani di zona (legge quadro 328/2000). E se davvero vuole intervenire sul decoro della città, i nodi da affrontare, tuttora irrisolti, sono il traffico, sempre più ingovernabile, l’emergenza abitativa, il caporalato e la schiavizzazione degli immigrati stranieri sulla Palmiro Togliatti, il profondo degrado delle periferie. Non qualche disgraziato inchiodato tutto il giorno a un semaforo a chiedere, di fatto, l'elemosina".
“La politica repressiva adottata dal Comune – dice ancora Di Berardino – non risolve l’allarme sociale che Roma si trova ogni giorno a vivere. Si deve mettere in campo una politica delle sicurezze che punti ad esempio a una maggiore razionalizzazione delle forze dell’ordine e a un loro effettivo coordinamento con i vigili urbani, a una ridefinizione in sede comunale di opportuni programmi di integrazione e inclusione sociale, anche attraverso piani di riqualificazione delle periferie".
"Occorre assicurare infine l’effettivo funzionamento degli osservatori contro il lavoro nero e irregolare. Sono gli sfruttatori che bisogna colpire, non gli sfruttati – conclude –. Questo, ne siamo convinti, è l'unico modo per combattere il racket".
Roma, Cgil contro ordinanza sindaco su lavavetri
2 novembre 2009 • 00:00