La mobilitazione avviata da Cgil Fillea, Flai a gennaio, con decine di iniziative su tutto il territorio nazionale ed una raccolta di firme, ha dato un primo importante risultato: è stata riconosciuta la gravità del reato di caporalato, che oggi è finalmente punito con l’arresto e pene fino a cinque anni di reclusione. E' quanto si legge in una nota del sindacato.

"Ma ancora non basta - avverte la Fillea -. Per  fermare il traffico illegale di manodopera occorre riconoscere la responsabilità delle aziende che utilizzano le braccia offerte dai caporali e tutelare chi denuncia i propri aguzzini, in particolare i migranti irregolari. Per questo le categorie dell'edilizia e dell'agroindustria Cgil, Fillea e Flai, danno il via ad una nuova fase della campagna 'Stop Caporalato', con una mobilitazione capillare nei posti di lavoro e nei mercati delle braccia, che da nord a sud in questi ultimi anni di crisi si sono moltiplicati.

  Di tutto questo si parlerà il 16 novembre, a partire dalla 10 presso il centro congressi Frentani di Roma. Alle 12 conferenza stampa con Susanna Camusso, Walter Schiavella e Stefania Crogi.