Il settore dei trasporti in Italia si trova ad affrontare sfide molto importanti. Sfide che la Filt Cgil sosterrà sotto la guida del neo-segretario generale  Alessandro Rocchi. Rocchi è stato eletto dall'assemblea generale della sua categoria con 150 voti favorevoli su 153 espressi, una sorta di plebiscito. “È un'investitura importante che carica di responsabilità. Ma sono convinto che questo risultato sia soprattutto il frutto del lavoro che in questi anni la Federazione ha svolto nel rapporto tra struttura nazionale e strutture regionali e territoriali, nella conduzione delle vertenze e in tutte le le battaglie che abbiamo vinto”. Rocchi lo ha detto ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1.   

Le priorità per il suo mandato, in effetti, il neosegretario le individua proprio nel “proseguire il lavoro di elaborazione collegiale nella Federazione dei trasporti. E nel continuare anche il buon rapporto che, a livello nazionale, la Federazione ha avuto con diverse altre categorie della Cgil e con la stessa Confederazione. Ma sono molte e interessanti le esperienze anche a livello regionale e territoriale. Quello dei trasporti, però, è un settore che nel corso degli ultimi 15 anni ha subito un progressivo processo di terziarizzazione dei servizi in tutti i segmenti. In particolare, nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a un forte degrado dei servizi appaltati, soprattutto nella logistica. È questa la frontiera sulla quale la Filt deve dislocare risorse, azione sindacale e strumenti”.  

Tra l'altro proprio ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il Codice appalti. Il giudizio della Cgil è sospeso in attesa di vagliare i contenuti del testo. “Nel corso della discussione parlamentare, però – ha continuato Rocchi - sono state accolte alcune delle questioni che  Cgil, Cisl e Uil avevano posto all'attenzione del governo. La valutazione della legge delega era stata interlocutoria, ma per valutare il merito bisogna leggere i testi e verificarli dal punto di vista dei contenuti effettivi, giuridici e di sostanza. Nei nostri settori, tra la'ltro, proprio a causa degli appalti noi registriamo molto lavoro nero e irregolare, forme d'impresa che sconfinano spesso nell'illegalità, e assistiamo a sistemi di appalto e subappalto che spesso deresponsabilizzano i livelli superiori di affidamento. Gran parte dei nostri settori sono infatti privi di clausole sociali, sia dal punto di vista occupazionale che dal punto di vista dei trattamenti applicati nel cambio di appalti. Si tratta di capire se questo intervento legislativo, e quelli successivi, incideranno su questi aspetti. Se l'intervento sarà poco incisivo saremo di fronte all'ennesima occasione persa”.  

Parlando di contrattazione, invece, la Filt ha recentemente registrato importanti successi, anche se molti sono ancora i tavoli aperti. Poco prima di Natale, sono stati rinnovati i contratti dei porti, della sezione handler, del trasporto aereo, e quello degli autoferrotranvieri a sette anni dalla scadenza del precedente. “Siamo una categoria che nel corso degli ultimi mesi ha chiuso alcune vertenze contrattuali complesse e molto lunghe – ha sottolineato il segretario -, ma abbiamo anche una parte consistente dei lavoratori che attendono il rinnovo. Per ora  abbiamo aperto le trattative dell'area attività ferroviarie del contratto della mobilità  e quelle per il contratto di merci e logistica, in cui la rappresentanza datoriale è sfarinata e scomposta al punto da mettere a rischio la tenuta stessa del contratto unico del settore. Ma abbiamo in corso anche  il tavolo sull'autonoleggio e proprio in questi giorni abbiamo inviato la piattaforma per il rinnovo del contratto degli impianti a fune”.  

Il trasporto pubblico locale, però, resta un nervo scoperto, non solo per i lavoratori ma anche per molti cittadini. “A oltre un mese dall'annuncio da parte del presidente del Consiglio – ha concluso Rocchi – abbiamo finalmente il testo della cosiddetta legge Madia, e lo stiamo analizzando. Rispetto alle impostazioni iniziali, però,ci pare che ci siano dei pericolosi punti di arretramento. Abbiamo la sensazione che resti una notevole distanza tra gli annunci del ministro dei trasporti e i contenuti effettivi. Ci riserviamo di approfondire e di valutare meglio, anche se pure in questo caso ci sono debolissime clausole sociali, quindi anche definirla riforma probabilmente è un eccesso dialettico”.