Sono passati cinque anni dalla cosiddetta “rivolta” di Rosarno, che mostrò all’Italia intera la condizione di degrado e illegalità in cui erano tenuti i lavoratori migranti della piana calabrese. Sono passati cinque anni, eppure il lavoro nero in agricoltura esiste ancora. “Legalità, diritti, dignità. Da Rosarno si può”, questo è il titolo dell’iniziativa che Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil tengono stamani (venerdì 13 febbraio) a Rosarno (Reggio Calabria), presso il Palazzetto dello Sport. Un appuntamento unitario, cui intervengono il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e i segretari generali delle tre categorie sindacali, per rilanciare la battaglia contro sfruttamento e caporalato e definire un piano di misure concrete e stringenti per affrontare il fenomeno.

“Ripartiamo da Rosarno perché in quel territorio si è rotto il rapporto nella filiera tra produzione e trasformazione, con tanta parte del prodotto che rimane sulla pianta, e dove ancora sono presenti dei veri e propri ghetti in cui i lavoratori migranti vengono allocati” spiega la segretaria generale della Flai Cgil Stefania Crogi, in una intervista rilasciata a RadioArticolo1. Rosarno, dunque, è per il sindacato il luogo da dove lanciare “un progetto agroalimentare completamente diverso, e in linea con le finalità dell’Expo: diritto al cibo, diritto al lavoro, diritto alla qualità delle produzioni e del lavoro. E quindi un mercato del lavoro trasparente e una filiera agroalimentare che veda il Mezzogiorno protagonista”. Le possibilità dell’agroalimentare, conclude Crogi, sono “enormi, direi inimmaginabili: le sue eccellenze, il suo know how, possono rappresentare, soprattutto in una fase di crisi del manifatturiero e dei settori industriali, un’occasione di sviluppo e un volano per l’economia italiana”.

L’iniziativa, precisano in un comunicato Fai, Flai e Uila, intende valorizzare le nuove opportunità offerte dalla normativa recentemente introdotta con Campolibero (ossia quell’insieme di azioni – come le detrazioni per gli affitti dei terreni o gli incentivi alle assunzioni dei giovani – messe in campo dal ministero delle Politiche agricole), nonché “sostenere l’iter degli emendamenti che ripropongono elementi importanti della nostra proposta unitaria per il mercato del lavoro agricolo”. I sindacati, infatti, sottolineano come i problemi dello sfruttamento e del sommerso nel lavoro agricolo, nonostante gli sforzi fatti, non sono ancora stati risolti: “dall’introduzione nel 2011 dell’articolo 603bis del codice penale che prevede il reato di caporalato quale reato penale (pena la reclusione), un primo importante passo è stato fatto, ma la normativa vigente è insufficiente. Per questo è necessario intervenire sull’incrocio tra domanda e offerta di lavoro per bloccare all’origine la filiera dell’illegalità e dello sfruttamento”.

Concludendo con l’incontro di oggi a Rosarno, il cui inizio è previsto per le ore 9.30 al Palazzetto dello Sport, ricordiamo che, oltre al ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, interverranno anche Stefano Mantegazza (segretario generale Uila Uil), Stefania Crogi (segretario generale Flai Cgil), Luigi Sbarra (commissario Fai Cisl nazionale), Teresa Bellanova (sottosegretario ministero del Lavoro e delle politiche sociali), Mauro Nori (direttore generale Inps), Mario Oliverio (presidente Regione Calabria), Roberto Moncalvo (presidente Coldiretti) e Mario Guidi (coordinatore Agrinsieme).