“Non sono le fonti rinnovabili che aumentano il costo dell’energia, ma un vecchio modello energetico che va reso più efficiente”. Lo affermano Vittorio Bardi e Fabrizio Potetti, della Fiom Cgil nazionale, secondo i quali gli oneri che ricadono nella bolletta elettrica per gli incentivi al fotovoltaico sono poca cosa (meno di un quarto). “D’altra parte – proseguono i due sindacalisti –, le fonti rinnovabili, che non sono solo fotovoltaico, ma anche solare termico, idroelettrico, eolico, biomass, nel 2011 hanno prodotto circa il 24 % del fabbisogno elettrico nazionale. Hanno promosso uno sviluppo economico e occupazionale in settori innovativi, contribuiscono a rispettare i vincoli europei per il clima (la cui mancata osservanza comporterebbe il pagamento di specifiche penali), hanno un ritorno dal punto di vista fiscale per le casse pubbliche, migliorano la bilancia commerciale grazie a minori importazioni di idrocarburi, diminuiscono il costo dell’energia nel picco diurno della domanda elettrica”.

L’annunciata nuova revisione del conto energia, più che ad abbassare gli incentivi al fotovoltaico – previsione comunque già contenuta dalle normative vigenti – pare ai due dirigenti della Fiom puntare a contingentare lo sviluppo delle varie fonti rinnovabili per non disturbare e non fare concorrenza ai grandi produttori tradizionali, che oggi controllano il sistema energetico del paese. “Oltretutto – proseguono Bardi e Potetti –, l’ennesima revisione in corso d’opera produrrà ulteriore incertezza e difficoltà alle aziende e agli investimenti programmati, con possibili problemi anche per i lavoratori”. Per questi motivi, per realizzare il nuovo sistema sostenibile, “le regole del mercato liberalizzato non bastano. Serve un piano energetico nazionale e, contemporaneamente, servono piani articolati a livello di territorio. Su queste basi, la Fiom intende aprire un confronto con il sistema delle imprese di tutti i comparti interessati, con la Conferenza delle Regioni e i ministeri competenti”.