“La Fornero è una signora deliziosa, quando mi vede mi bacia e mi abbraccia, ma le manifesto continuamente la mia insoddisfazione, perché non è stata una vera riforma del lavoro che aiuti la produttività delle imprese”. Parola del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che, intervenendo all'assemblea degli industriali bergamaschi, ha annunciato di aver chiesto al ministro Fornero di fare una revisione e verifica della riforma del lavoro: "Lei mi ha dato la sua disponibilità in base alle attuazioni pratiche, ma non va fatto in sei mesi, perché allora il governo non sarà più operativo. Ho chiesto che venga fatto entro due mesi", ha aggiunto il leader di Confindustria.

Per Squinzi, l'attuale riforma del lavoro “diminuisce la flessibilità
in entrata e non aumenta quella in uscita: dalla mia azienda mi segnalano che se un dipendente dà le dimissioni, queste prima di essere effettive ora devono essere recepite dall'ufficio provinciale del lavoro”.

“Non so quali modifiche Squinzi abbia in mente”, ha replicato a distanza il ministro Fornero. Il Governo, ha aggiunto, ha un “approccio pragmatico”. Ma, “per cambiare - ha avvertito - bisogna essere assolutamente convinti di cosa non funziona. Io sono apertissima al dialogo, però bisogna vedere le cose che non funzionano prima di cambiarle e non so se due mesi sono il tempo ragionevole”. “Se lo sono - ha concluso - lo faremo. Se ci vuole di più adotteremo un periodo più lungo”.

Intanto, però, un intervento a breve in materia di flessibilità potrebbe essere quello sulle start up: “Come ministro del Lavoro – ha detto Fornero - il contributo che diamo è cercare di trovare una nuova tipologia di contratto. Dobbiamo riconoscere alle start up quella maggiore flessibilità che richiedono perché c'è un elemento di rischio imprenditoriale. Vuoi mettere su un'impresa? Hai bisogno di farlo senza essere troppo ingessato. Vogliamo dare un riconoscimento - ha concluso - alla maggiore flessibilità delle start up”.

Sulla richiesta di verifica di Squinzi le reazioni dei sindacati sono differenti. Mentre la Cisl condivide la richiesta, “una verifica è sempre un fatto legittimo e opportuno di chiarezza e trasparenza”, dice il leader Raffaele Bonanni, la Uil parla di posizione “incomprensibile degli industriali”. “Già è difficile capire quella del ministro, ma quella degli industriali è incomprensibile: non si capisce nemmeno cosa vogliono cambiare”, afferma Luigi Angeletti.

Per Susanna Camusso, della Cgil, quello che serve è “un serio rilancio a livello nazionale per creare nuovo lavoro”. Un rilancio che, per Camusso, non può passare “solo per i tagli” che “non danno risposte se non incertezze”. Per contrastare il processo recessivo, secondo Camusso, “ci deve essere la capacità di cambiare modello industriale”. Un invito, quello della Camusso, volto alla politica perché “il modello indicato da Berlusconi, che insisteva nel dire che la crisi non c'era, e quello di Monti, non portano fuori dalla recessione”.