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Le retribuzioni dei lavoratori italiani sono sempre più ferme al palo. Lo certifica l'Istat che a settembre registra una crescita tendenziale solo dell'1,4%, dal +1,6% di agosto, mentre su base mensile le retribuzioni restano quasi ferme, crescendo dello 0,1%. Il dato tendenziale rimane nettamente al di sotto del livello d'inflazione annuo dello stesso mese (+3,2%), con un divario che si allarga a 1,8 punti. Questo significa in parole povere che i lavoratori italiani si stanno fortemente impoverendo.
Il problema è che senza rinnovare i contratti le retribuzioni non crescono. L'Istat avverte che in assenza di rinnovi, nel gennaio 2013 la crescita annua dell'indice delle retribuzioni contrattuali crollerebbe, attestandosi allo 0,9%. Infatti, per la fine di dicembre 2012, sono in scadenza gran parte dei contratti dell'industria (tra cui energia e petroli, energia elettrica, plastica, metalmeccanici). Ma alcuni rilevanti contratti sono in scadenza anche nei servizi (magazzinaggio e trasposto merci su strada).
A settembre risultano in attesa di rinnovo 34 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa 3,8 milioni di dipendenti (intorno ai 3 milioni nel pubblico impiego). La quota di dipendenti che aspettano il rinnovo è pari al 29% nel totale dell'economia. L'Istat inoltre sottolinea che a settembre, tra i contratti monitorati dall'indagine, non si è registrato il recepimento di nessun accordo.
Con riferimento ai principali macrosettori, a settembre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a settembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli, gomma, plastica e lavorazioni minerarie non metallifere (2,8%).
Si registrano, invece, variazioni nulle per telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione. Alla fine di settembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 29% nel totale dell'economia e del 7,6% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 33,1 mesi per l'insieme degli occupati e di 33,4 mesi per il settore privato.