“Il Consiglio di amministrazione della Rai, con i vari direttori generali che si sono succeduti negli ultimi tre anni, ha portato l'azienda sulla soglia del collasso". Così dichiarano Slc Cgil, Fistel Cisl e Snater in una nota congiunta. “Non è stato possibile rinnovare il contratto, tantomeno modernizzare i processi e i modelli produttivi, neanche gli strumenti tecnologici, mentre gli sprechi e gli errori nelle scelte editoriali sono stati economicamente dirompenti. I vertici aziendali non hanno mai cercato un vero dialogo con i sindacati; hanno tentato e stanno ancora oggi tentando un ultimo colpo di coda, di imporre ai lavoratori tagli senza senso sul costo del lavoro, per accreditarsi verso la politica”.
 
Le organizzazioni sindacali, responsabilmente, pur di tutelare il perimetro produttivo aziendale e inserire elementi di controllo e razionalizzazione di appalti e consulenze, si sono rese disponibili a produrre un risparmio sul rinnovo del contratto di circa 35 milioni, su un valore per un pieno recupero del costo della vita di 80 milioni per gli anni 2010–2012. Negli ultimi due anni, in Rai si sono svolti scioperi che, per partecipazione e forza, non si erano mai visti nella storia sessantennale dell'azienda, e sono stati indetti a tutela del servizio pubblico e del lavoro, quale segno evidente della distanza tra la realtà produttiva e i vertici designati dai partiti”, sottolineano i sindacati.
 
“Il Cda, dopo aver prodotto il calo drammatico degli introiti pubblicitari con le loro scelte editoriali e industriali, invece di minacciare chiusure di settori strategici, deve prendere atto del proprio fallimento e consentire, a chi arriverà dopo, di trovare una condizione recuperabile. Dai lavoratori si pretendono, per chiudere un rinnovo contrattuale pessimo, sette milioni con tagli di istituti contrattuali che compensano il disagio di maestranze che agiscono con orari continuati, senza pause sino alla realizzazione del prodotto, 365 giorni l'anno, 24 ore su 24", denunciano ancora Slc, Fistel e Snater. "Mentre il Cda ha quantificato una perdita, in tre anni, pari a 168 milioni (dovuta alla chiusura di Annozero, con -10 milioni al netto dei costi di produzione; alla trasmissione di Sgarbi in prima serata su Rai 1, della quale, una sola puntata, è costata otto milioni; al mancato rinnovo del contratto con Sky, pari a meno 350 milioni in sette anni)".
 
“Sia noi che i lavoratori della Rai non permetteremo lo smantellamento del servizio pubblico. Confidiamo che i vertici aziendali a due giorni dalla loro scadenza, si ritirino senza ulteriori danni, lasciando ad altri le scelte che loro non sono stati in grado di fare”, concludono i sindacati.