La promessa c’è stata, adesso occorre vedere se sarà mantenuta. Nella lunga vertenza che coinvolge i 16 mila lavoratori e lavoratrici degli appalti delle scuole (ex Lsu e cosiddetti “appalti storici”), addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e decoro degli istituti italiani, la settimana scorsa si è aperto uno spiraglio che potrebbe portare alla stabilizzazione e alla certezza dell’impiego. E oggi (martedì 27 novembre) si tiene il “tavolo politico” a Roma, presso il ministero dell’Istruzione, cui partecipano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Uil, proprio per verificare questa possibilità.

Il 19 novembre scorso lavoratori e sindacati hanno manifestato a Roma, venendo poi ricevuti dai rappresentanti del dicastero. “Il ministero dell’Istruzione – hanno spiegato i sindacati - ha confermato che gli stanziamenti previsti nella legge di bilancio 2019 permettono di superare il limite di giugno 2019, data di conclusione della convenzione Consip Scuole, nell'ottica di procedere a definire un percorso di stabilizzazione certo”.

In quell’occasione i dirigenti del ministero fissarono appunto la data dell’incontro di oggi, oltre a quella del 3 dicembre prossimo “con le imprese dei lotti dove da diverso tempo le lavoratrici e i lavoratori ricevono in continuo ritardo il pagamento degli stipendi”. In questo caso ci si riferisce alla soluzione dei problemi registrati sia nel Lotto 6 della convenzione Consip Scuole a Napoli e Salerno sia nei Lotti di competenza del Consorzio Cns-Kuadra in liquidazione, dove i sindacati denunciano “i continui ritardi del pagamento degli stipendi e l'inaffidabilità delle aziende che attualmente gestiscono l'appalto”.

Un percorso di stabilizzazione, dunque, sembra essersi avviato. “Continueremo a tenere alta l'attenzione, è troppo tempo ormai che le promesse non si trasformano in soluzioni concrete, e il tempo è proprio scaduto”, commenta la segretaria nazionale della Filcams Cgil Elisa Camellini. “Le lavoratrici e i lavoratori – continua la dirigente sindacale - sono stanchi e sfiduciati, in tanti sono precari da vent’anni. Chiedono una soluzione di prospettiva, adesso è indispensabile cambiare davvero”.