“In questi mesi in Puglia abbiamo raccolto oltre 170.000 firme per i quesiti referendari in calce alla proposta dei legge per la Carta dei diritti universali del lavoro. E' un grande risultato per una regione che ha circa 4 milioni di residenti”. Lo ha detto Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia ai microfoni di Italia parla, su RadioArticolo1. 

“E' un risultato che i nostri militanti e iscritti hanno contribuito ad ottenere con una presenza fisica costante nelle piazze e nei posti di lavoro, uno sforzo che ora continua per la proposta di legge di iniziativa popolare - ha continuato -. La Carta, d'altronde, è una una grande opportunità per un territorio come il nostro, in cui il mondo del lavoro è molto precario e i diritti dei lavoratori vengono spesso calpestati. Lo dimostrano i dati più recenti: 5 milioni di voucher utilizzati solo nel primo semestre dell'anno, disoccupazione al 17%, disoccupazione giovanile stabilmente sopra al 50%”.

La Puglia, però, è un territorio molto contraddittorio. Da una parte c'è l'eccellenza di importanti distretti tecnologicamente avanzati, come la meccatronica, l'aerospazio, l'agroindustria e il turismo, dall'altra un mondo del lavoro infestato dal lavoro nero e dal caporalato. “E' un mercato complicato - conferma Gesmundo - nel quale stiamo tentando di intervenire a partire dall'utilizzo dei fondi strutturali europei, per dare respiro alle aziende che investono in innovazione e ricerca, per creare una buona occupazione. Ma anche contrastando il lavoro nero e l'illegalità. Come abbiamo già fatto attraverso i protocolli d'intesa che abbiamo firmato con la Regione contro il caporalato e con le pubbliche amministrazioni per regolare il sistema degli appalti e dei subappalti”.

Nella nostra regione - ha continuato il dirigente sindacale -, quello dell'agroindustria resta un settore trainante e in continua crescita. Per questo abbiamo bisogno di incentivare l'agricoltura di qualità, perché al suo interno vediamo in atto uno sfruttamento costante del lavoro. Quindi abbiamo sottoscritto con la Regione protocolli sul caporalato, in relazione ai protocolli nazionali. Vogliamo così creare una rete a tutela dei lavoratori contro ogni tipo di sfruttamento, mettendo insieme istituzioni, Asl, prefetture, parti sociali e uffici di collocamento". 

“Vogliamo controllare il territorio e l'offerta di servizi ai lavoratori - ha concluso Gesmundo. - Vogliamo concretizzare le cose che spesso ci diciamo: che sul territorio non ci sono solo i caporali, ma c'è lo stato, che esiste ed è presente.Il nostro è un lavoro a trecentosessanta gradi, per tutelare la dignità, la legalità e i diritti di tutti i lavoratori”.