Un tavolo congiunto sindacati, Ministeri del Lavoro e della Giustizia e Conferenza delle Regioni “per trovare una soluzione e dare continuità lavorativa ai precari della giustizia”. A chiederlo sono il segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi, e il segretario nazionale della Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte, nelle lettere inviate ai titolari dei due dicasteri, Giuliano Poletti e Andrea Orlando, e a tutti i Presidenti delle Regioni interessate.

La vicenda, ricordano Cgil e categoria, riguarda i circa 2.650 lavoratori impegnati negli uffici giudiziari italiani dal maggio 2010 con percorsi locali, e dal gennaio 2013 direttamente legati al Ministero della Giustizia. Lavoratori che dal primo maggio di quest'anno sono fuori dagli uffici e che, al momento, non vedono concrete possibilità di proseguire la loro collaborazione. “Si tratta - spiegano Fracassi e Chiaramonte - di persone espulse dal mondo del lavoro a causa della crisi, che hanno dato un notevole contributo per il funzionamento degli uffici giudiziari dedicando anni della loro vita a questa collaborazione”.

In queste ore la Cgil, spiegano i due dirigenti sindacali, “sta ricercando, sia in sede regionale che nazionale, una possibile apertura per individuare percorsi che salvaguardino la formazione acquisita dai tirocinanti tramite l'utilizzo dei Fondi Sociali Europei e del Fondo Unico Giustizia”. Da qui la richiesta di Cgil e Fp Cgil di un tavolo congiunto per individuare una soluzione che dia continuità alla vita lavorativa di questi precari, "che possono dare un contributo all'efficientamento della giustizia e della pubblica amministrazione".