"La definizione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà non può prescindere dalla stima e dallo stanziamento delle necessarie risorse finanziarie, altrimenti rischia di tradursi in una somma di azioni e interventi possibili che non potranno però realizzarsi concretamente. Il governo apra una discussione su strumenti e relativi finanziamenti all'altezza dell'attuale situazione di emergenza". Così Nicola Marongiu, responsabile Area Contrattazione sociale della Cgil nazionale, a seguito dell'incontro avvenuto questo pomeriggio con il ministro Poletti sul tema della povertà.

"Inoltre - continua Marongiu - non si può intervenire solo per far fronte alla necessità di completare il percorso di programmazione delle risorse provenienti dai fondi europei: occorre un atto proprio del governo nazionale per rispondere al deterioramento della condizione economica e sociale del nostro Paese". Per quanto riguarda il merito del Piano, il dirigente sindacale sostiene che "l'approccio non può essere minimale" e che "la stessa definizione delle soglie di accesso e dei criteri non può partire dalla scarsa disponibilità di risorse, o questi saranno così selettivi da escludere parte dei potenziali beneficiari dall'accesso agli strumenti che saranno previsti".

"La proposta che oggi il Ministro ci ha illustrato - spiega poi Marongiu - fa riferimento a una sperimentazione del Sia (Sostegno per l'Inclusione Attiva) che ancora non si è avviata nonostante il relativo decreto risalga al 2013, e che non copre per estensione e quantità il territorio nazionale".

"Il governo, nonostante la forte sensibilità pubblica sul tema, le iniziative parlamentari, i progetti che si stanno sviluppando in diverse regioni e le sollecitazioni provenienti da un ampio schieramento di forze sociali e associazioni - conclude - continua a non cogliere l'obiettivo: non può sottrarsi e deve aprire in termini espliciti una discussione sulla povertà nel nostro Paese e sugli strumenti di contrasto".