Professori troppo anziani e pagati poco, investimenti ridotti all'osso e ascensore sociale, anche dal punto di vista della formazione, inceppato. E' questa la ben poco edificate fotografia della scuola italiana scattata dall'Ocse.

Prof stagionati. Il Rapporto dell'organizzazione parigina sull'educazione 2012 parla chiaro: in 19 dei 32 paesi membri il 60% dei docenti di scuola secondaria ha almeno 40 anni. In Italia (ma anche in Austria, Repubblica Ceca, Estonia e Germania) sono oltre il il 70%. Un dato che si inserisce a come un macigno nel dibattito sul concorso a cui sta lavorando il ministro Francesco Profumo. Gli insegnanti under 30 nel nostro paese sono meno dello 0,5% in tutti i gradi di scuola, contro una media Ocse che arriva al 14% nella scuola primaria (nel Regno Unito sono addirittura il 31,7%). Da noi la porzione più cospicua di insegnanti si piazza nella fascia 50-59 anni: i prof con questa età sono il 39,3% alla primaria, il 50% alle medie, e altrettanti alle superiori. Nella scuola secondaria la quota di over 60 sfiora il 10%. E anche gli under 40 scarseggiano. Sono il 16,6% alla primaria, l'11,6% alle medie, il 7,9% alle superiori.

Investimenti all'osso. L'Italia investe il 4,7% del proprio Pil in Istruzione contro una media Ocse del 5,8%.Negli anni la quota di Pil investita su questo comparto è solo leggermente aumentata nel nostro paese, mentre è in calo, fra il 2000 e il 2010, la percentuale di spesa pubblica destinata all'Istruzione: passa dal 9,8% al 9% (la media Ocse è il 13%). Questo, comunque, in un clima di revisione e contenimento della spesa. Il dato, però, ci colloca al secondo posto fra i paesi con la spesa pubblica piu' bassa per l'istruzione dopo il Giappone. In termini reali c'è stato un piccolo incremento, spiegano dall'Ocse, del 4%. Niente paragonato al 33% medio degli altri paesi.

Stipendi miseri. In Italia cresce anche il rapporto studenti/docenti per effetto dei tagli e delle riforme del governo Berlusconi. Il dato comunque resta sotto la media Ocse. Abbiamo 11,8 studenti in media per docente alla materna, 11,3 alla primaria, 12 alle medie/superiori. Però non cambiano i salari dei docenti che restano fra i più bassi d'Europa con il top dello stipendio che arriva "dopo 35 anni di carriera". E anche raggiunto l'obiettivo si resta sotto la media degli altri stipendi: 39.762 dollari in Italia, oltre 45mila mediamente negli altri paesi.

Tasse alte. L'Italia, poi, si colloca in prima linea fra i paesi non anglosassoni per quota delle tasse universitarie. E il sostegno dello Stato a chi vuole studiare scarseggia: l'82% degli studenti non gode di nessun beneficio.

Educazione ereditaria.
Forse, però, il dato più allarmante, inedito e che spezza il fiato alla corsa del nostro paese verso gli obiettivi educativi è quello relativo all'ereditarietà del titolo di studio. In Italia chi nasce in famiglie con meno possibilità e con genitori con titoli bassi di istruzione ha scarse possibilità di avere un lungo percorso scolastico. In Italia "nonostante l'aumento dei livelli di istruzione", molti figli di genitori con un titolo restano a loro volta intrappolati nello stesso meccanismo. Ovvero studiano poco. In dettaglio, il 44% di giovani 25-34enni i cui genitori non hanno completato l'istruzione secondaria superiore fa la stessa fine, si ferma alle medie.