La prossima Panda non verrà prodotta a Pomigliano. "Non la faremo in Italia", perché "Pomigliano sa fare di meglio". Lo ha detto oggi l'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, spiegando che la produzione "andrà altrove, non ora ma nel 2019-2020". In ogni caso, ha aggiunto conversando con la stampa, "abbiamo investito molto nello stabilimento, è evidente che ha prospettive".

Il commento della Fiom non si è fatto attendere.  Le dichiarazioni rilasciate a Ginevra dell'ad sul futuro delle produzioni nel nostro paese "alla luce di quanto sta accadendo nel settore, rendono urgente un confronto con tutte le organizzazioni sindacali in Italia". Così il responsabile automotive, Michele De Palma. In particolare per Pomigliano, "considerato l'annuncio fatto dall'ad secondo cui la Panda andrà via certamente mentre, a oggi, non c’è alcuna rassicurazione sul rientro di tutti i lavoratori nello stabilimento Gian Battista Vico".

La Fiom dunque "ritiene indispensabile l’avvio di un rapido confronto sindacale, visto che quei lavoratori hanno subìto anni di ammortizzatori sociali e anche lo spostamento dal loro lavoro a Cassino".

Da parte sua, il governo "non può continuare a tacere sulle politiche industriali e occupazionali che riguardano Fca come le aziende che lavorano nell’automotive, settore industriale strategico per il nostro paese. In tutto il resto d’Europa i governi svolgono un ruolo fondamentale per l’occupazione e per il ruolo strategico dell’industria dell’auto, in Italia è ora di passare dalle dichiarazioni agli atti concreti", concludono le tute blu.

"La nostra prima preoccupazione è la produzione in Italia". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso commenta la situazione all'Ansa. "Sarebbe utile scoprire le strategie - aggiunge -, è evidente che l'accordo tra Opel e Psa cambia gli scenari e il quadro di riferimento".

Fiom e Cgil Napoli: basta annunci, fare chiarezza sullo stabilimento

“Basta con gli annunci, Marchionne dica ora quali sono le auto più complesse da produrre a Pomigliano. Troviamo quanto meno singolare che un amministratore delegato dichiari di assegnare allo stabilimento di Pomigliano nuovi modelli per il 2019/2020, cioè quando il suo mandato sarà scaduto". È quanto affermano, in una nota congiunta, le segreterie Fiom Cgil di Napoli e la Camera del lavoro metropolitana di Napoli. "Dalle dichiarazioni di Marchionne - prosegue - se, da un lato, viene dato per certo che la Panda non sarà più prodotta a Pomigliano, dall'altro, tace sui modelli più complessi che dovrebbero essere prodotti nel medesimo sito. Le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento dopo anni di impegno e sacrifici e sopratutto dello spostamento del lavoro a Cassino hanno il diritto di conoscere adesso il proprio futuro, senza falsi proclami, poiché già troppe volte alle dichiarazioni non sono seguiti i fatti".

"Le istituzioni nazionali e locali - conclude la nota - devono intervenire per chiedere conto a Fca delle dichiarazioni di Marchionne, evitando di farsi prendere da facili entusiasmi come successo fino ad ora. Mentre la politica italiana sta a guardare, gli altri paesi, con programmi mirati di ricerca e sviluppo a basso impatto ambientale e di mobilità sostenibile, rafforzano e rilanciano l’industria automobilistica”. 

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