“Mai come quest'anno i dati riportano una netta differenza tra i consumi per i regali sostenuti al Nord e quelli relativi al Centro-Sud”. All’indomani del Natale, l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori ha stilato un primissimo bilancio delle spese effettuate dagli italiani rielaborando, con non poche difficoltà, i dati pervenuti. “Abbiamo registrato – si legge – un peggioramento rispetto alle aspettative: complessivamente i consumi hanno conosciuto un ‘galleggiamento’ su percentuali vicine allo zero, attestandosi al +0,3 o +0,4%”.

“L'area del Paese dove si è trascorso il Natale nella maniera più sobria e fredda – afferma l’associazione – è il Mezzogiorno, dove la desertificazione produttiva e la mancanza di lavoro hanno dettato forti rinunce e contrazioni dei consumi. A condizionare tale andamento si è aggiunto anche quest'anno il fenomeno negativo dello slittamento con cui molte piccole e piccolissime imprese hanno erogato la tredicesima mensilità a causa di crisi del mercato e di relativa liquidità”. Al Nord, invece, specialmente nei grandi centri, la situazione registra un dato lievemente positivo.

Il consuntivo è molto vicino a quello dell’anno scorso: la spesa che ogni famiglia ha messo in campo è stata di circa 124,11 euro, pari a un giro di affari di circa 3,10 miliardi di euro. Anche il modo di festeggiare si è confermato simile: le famiglie si sono riunite tra le mura domestiche, alla ricerca di certezze e rifugio negli affetti familiari. Questo ha comportato una forte caduta di presenze in ristoranti e pizzerie. Analizzando nel dettaglio i singoli settori di mercato, l’alimentare è quello che ha conosciuto la crescita maggiore (+3,1%), grazie ai regali enogastronomici considerati di grande utilità, seguito da elettronica di consumo e giocattoli.

“Da tali dati – conclude la nota – emerge con chiarezza l'urgenza di avviare piani per il rilancio dell'occupazione, specialmente quella giovanile al Sud Italia, superando il grave gap esistente tra aree che fanno parte dello stesso Paese ma sono mondi distanti anni luce. È fondamentale avviare fondi e investimenti per creare nuova occupazione, nuovi redditi ed eliminare la necessità delle forme di assistenza che le famiglie fanno a figli e nipoti disoccupati”.