Una città col fiato sospeso. C'è grandissima attesa da parte dei lavoratori dell'Aferpi di Piombino (ex Lucchini) in vista dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico previsto per il primo marzo. Quel giorno a Roma, a sostegno della delegazione, Fim, Fiom e Uilm hanno anche organizzato una manifestazione dei lavoratori sotto la sede del Ministero. Poi, il giorno dopo terranno un’assemblea unitaria, proprio a Piombino per spiegare ai lavoratori delle acciaierie e ai cittadini cosa si sarà deciso.

L'attesa è giustificata dal fatto che molto probabilmente, al tavolo, attorno al quale finalmente sederanno sindacati, istituzioni locali toscane e i vertici dell'azienda, si deciderà il futuro dell'acciaieria e di conseguenza quello di un'intera città. 

Aferpi è la società controllata dall’algerina Cevital che ha rilevato la Lucchini, l'acciaieria che era e resta il cuore industriale di Piombino.  Ad oltre un anno dall’apertura delle buste, però, la rinascita degli stabilimenti non è ancora cominciata. Le polemiche sono nate subito, a causa dei ritardi nell’avvio del piano di investimenti annunciato, mentre di recente un'articolata inchiesta del Sole 24 Ore ha messo in forte dubbio la solidità del progetto algerino, anche se poi Cevital si è affrettata a confermare le proprie intenzioni.  

La chiave intorno a cui tutto ruota resta l’acquisto del forno elettrico, l'unica strada percorribile affinché Piombino torni a produrre acciaio già nel 2017. Aferpi-Cevital, in realtà, avrebbe dovuto presentare il nuovo forno già qualche mese fa, e per questo il ritardo ha provocato preoccupazione tra i lavoratori, polemiche e dubbi sulle reali intenzioni del gruppo, oltre che sulle sue reali capacità di investimento e di accesso al credito. L'appuntamento al Mise, in effetti, era già stato organizzato per l'11 febbraio scorso, ma il ministero si è visto costretto a rinviare, perché gli algerini non erano stati in grado di presentarsi con la lettera di intenti per l'acquisto. 

I sindacati hanno quindi annunciato che al tavolo del primo marzo chiederanno di avere certezze proprio sui tempi di realizzazione degli impianti, e sulla creazione di una nuova road map che comprenda smantellamenti, smontaggi e l’avvio delle procedure per la realizzazione dei lavori previsti. Il tutto per tranquillizzare soprattutto i lavoratori che si trovano ancora in cassa integrazione. 

Sebbene la scorsa settimana sia stato stipulato un accordo tra Fim, Fiom e Uilm e Aferpi che consentirà l’ingresso in fabbrica di 205 addetti, infatti, la situazione resta comunque critica. Attualmente sono 1.389 i dipendenti assunti da Aferpi, mentre restano ancora 743 lavoratori fuori dai cancelli, in cassa integrazione con l’amministrazione straordinaria. 

Buone notizie, però, sembrano arrivare dalle ferrovie. Si avvicinerebbe, infatti, l’aggiudicazione da parte di Aferpi di oltre ottantamila tonnellate di rotaie per la Rete ferroviaria italiana, una commessa che permetterebbe di garantire comunque la produzione e quindi l’occupazione. L'azienda non ha ancora confermato nulla, ma con ogni probabilità anche su questo i sindacati chiederanno notizie certe. In ballo ci sono Piombino e il suo cuore di acciaio.