Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani, garantire una sanità per tutti, rinnovare i contratti. Sono questi alcuni dei temi più importanti al centro della mobilitazione nazionale che Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato per il prossimo 14 ottobre. “Saremo in piazza – spiega il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto, intervenuto su RadioArticolo1 – perché se è vero che c’è qualche debole segnale di ripresa, allora ci sarebbe un’unica cosa da fare: mettersi nelle condizioni di agganciarla. Invece la nostra sensazione è che le politiche economiche e sociali che si stanno mettendo in atto non siano in grado di consentire all'Italia di farlo. E questo è un guaio, perché gli altri paesi marciano a un passo più spedito del nostro”.

Prima di addentrarsi nella piattaforma della prossima mobilitazione, Baseotto ha voluto esprimere “tutta la solidarietà della Cgil ai lavoratori dell’Ilva impegnati in una lotta sacrosanta per fermare un atto di arroganza e di distruzione di un patrimonio che, nonostante tutti i problemi che ha, rappresenta una ricchezza per il paese”. Il sindacalista contesta poi duramente i dati sbandierati sul mercato del lavoro: “La nuova occupazione è figlia di una legge iniqua, sbagliata, troppo costosa per le casse del paese e anche inefficace. Il Jobs Act, oltre a tagliare diritti, non serve a ridare fiato all'occupazione e a creare nuovi posti di lavoro. Quello che crea è soltanto precarietà”.

 

Il 14 ottobre dalle varie piazze d’Italia si parlerà molto di pensioni, tema che riguarda anche i giovani. “Modificando i disastri prodotti dalla legge Fornero – dice il dirigente Cgil – si rompe il circuito diabolico per cui i giovani iniziano con la precarietà e il lavoro discontinuo e poi o non riescono ad arrivare alla pensione o se ci arrivano lo fanno avendo un reddito che è così basso che è difficile definire tale. Insomma: oggi il sistema previdenziale è nemico dei giovani”.

Poi c’è la sanità. Il dato lo conoscono tutti: oggi tra gli 11 e i 12 milioni di cittadini non accedono più al sistema sanitario nazionale, eppure nel documento di economia e finanza c'è un ulteriore taglio del fondo. Per Baseotto “gli interventi che si stanno facendo sul sistema sanitario con tutta evidenza mettono a rischio l'universalità del sistema stesso e la sua stessa sostenibilità. Perché se continuiamo a tagliare, e a questo si aggiunge un impoverimento generalizzato di pensioni e redditi da lavoro la ‘domanda’ sarà sempre più depressa. La strada è un’altra: la buona sanità universale e sostenibile è un investimento nel paese, non è un costo. Solo investendo si ricavano poi utili sia economici sia sociali”.

Altro tema della piattaforma unitaria dei sindacati è il rinnovo dei contratti. “Rinnovare i contratti – spiega il segretario confederale della Cgil – è strategia fondamentale per stimolare i consumi. In questo modo si ridà potere d’acquisto ai lavoratori che, non solo tra i pubblici ma anche in settori privati come turismo e commercio, da anni non hanno aumenti retributivi. Qualche cosa è stata fatta, tanti contratti sono stati fatti. Quelli che mancano vanno rinnovati celermente e in maniera adeguata”.

Infine, una considerazione sul valore della mobilitazione unitaria, in una fase in cui in tanti sparano a zero sulla capacità dei sindacati di rappresentare gli interessi di cittadini e lavoratori. “Chi un tempo faceva il presidente del Consiglio, senza grandissima fortuna per altro, ci ha definiti dei puffi. Ebbene, non so se i puffi siano testardi, so però che abbiamo lavorato testardamente con Cisl e Uil per tenere vivo un filo di discussione e di iniziativa unitaria. Si poteva fare di più? Certo, ma anche di meno. E io credo che sia importante il fatto che sabato staremo insieme in tutte le piazze italiane con presìdi e manifestazioni per parlare delle pensioni dei giovani, dell'occupazione, della sanità e dei contratti. È il segnale che il sindacato c'è”.

Certo, “dobbiamo fare altre cose, ma questo sabato intanto ha un grande valore” e a Luigi Di Maio, che dice che il sindacato deve cambiare, Baseotto risponde così: “Lo diciamo anche noi che per tanti aspetti il sindacato deve cambiare. Ma abbiamo una convinzione: e cioè che il sindacato sia l'architrave della democrazia sostanziale di questo paese. Mi pare che invece quel signore lì pensi che il sindacato serva a poco e che il diritto di partecipazione e di trattare da parte del sindacato si possa sostituire con qualche clic”.