"La situazione economica e sociale della Provincia di Perugia è molto seria e preoccupante, sotto molti aspetti, e ogni territorio ha le sue criticità specifiche che richiedono attenzione e ascolto. È per questo che la Cgil di Perugia ha deciso di sperimentare una nuova modalità di funzionamento dei suoi organismi decisionali. D’ora in avanti il Direttivo provinciale, ovvero la massima assise della Camera del Lavoro, non si svolgerà più esclusivamente nel capoluogo, ma diventerà itinerante, per “incontrare” le lavoratrici e i lavoratori dei vari territori della provincia, ed ascoltare le loro richieste e preoccupazioni" e' quanto annunciato in un comunicato stampa.

"La prima tappa di questo nuovo corso si compierà a Marsciano, dove la Camera del Lavoro di Perugia terrà il prossimo Comitato Direttivo, lunedì 26 ottobre. Quello del Marscianese è infatti un territorio molto martoriato e in grande difficoltà sociale. Numerose sono le aziende in difficoltà: dalla Clam, alla Polplastic, dalla Metalmeccanica Umbra, alla Fbm, solo per citarne alcune. Il direttivo sarà anche un’occasione per ascoltare i delegati di queste aziende e le problematiche che stanno vivendo. Negli ultimi anni, ad esempio, è stato molto ampio il ricorso agli ammortizzatori sociali e rilevanti le difficoltà legate all’attività delle imprese. La piccola ripresa, che ha interessato il comparto turistico-ricettivo non si può considerare come un segno di ripresa sufficiente, soprattutto perché non compensa le difficoltà negli altri settori, che tuttora permangono. Ad esempio quelle che interessano il settore agricolo, con le sue contraddizioni e problematicità, come quelle legate agli istituti diretti e indiretti".

"A tal proposito, con particolare riferimento proprio al territorio di Marsciano, pesa notevolmente la decisione della Sovrintendenza di apporre il vincolo paesaggistico nella zona nord del comune, per un’estensione di circa 50 km quadrati. Un provvedimento, questo, che potrebbe avere serie ripercussioni anche sulle attività economiche locali, anche a causa della sua retroattività che rende inattuabile l’ultima variante al piano regolatore (approvata a suo tempo con l’ok della stessa Soprintendenza) con ripercussioni che rischiano di essere gravi proprio sul comparto agricolo, ma anche su quello edile, in riferimento soprattutto al processo di ricostruzione post terremoto".

"La Cgil, naturalmente, non è contraria a priori ai vincoli paesaggistici –  conclude la nota –, che riteniamo al contrario strumenti utili a perseguire le finalità di tutela e salvaguardia di un territorio. Ma in questo caso riteniamo questo vincolo sproporzionato in termini di estensione territoriale e inadeguato rispetto ad aspetti fondamentali dello stesso territorio che intende tutelare: un territorio a vocazione prevalentemente agricola e composto da piccole imprese, anche a carattere familiare. Critichiamo inoltre l’assenza di un aspetto fondamentale in tutta questa vicenda: la mancanza della fase di concertazione, con enti ed altre realtà, anche associative, del territorio. Fase che sarebbe stata necessaria è che è ancora auspicabile per tentare di porre rimedio alla situazione".