“È stato l'anno della Carta dei diritti universali del lavoro e dei quesiti referendari che l'hanno accompagnata, con oltre 40 mila assemblee e milioni di firme raccolte. Noi ci siamo battuti perché fosse incardinata, cioè fosse messa all'ordine del giorno dei lavori parlamentari, e questo l'abbiamo ottenuto. Il prossimo Parlamento dovrà riprendere quell'ordine del giorno: la Carta per noi deve diventare legge e può diventarlo sia complessivamente sia attraverso provvedimenti diversi tra loro”.

Così, ai microfoni di RadioArticolo1, il segretario confederale di corso d'Italia Nino Baseotto nel tracciare un bilancio sull'anno appena trascorso e su quello che verrà. L'altro tema è quello delle pensioni. Le manifestazioni dello scorso 2 dicembre “sono state solo l'inizio della mobilitazione”, osserva. L'obiettivo è “cambiare profondamente la legge Fornero”, perciò “insisteremo con il nuovo Parlamento e il nuovo governo”. Al prossimo presidente del Consiglio “diremo che una delle prime cose che la Cgil che metterà sul tavolo sarà quella di riprendere il filo del cambiamento della legge Fornero per dare una prospettiva previdenziale anche ai nostri giovani”.

La Cgil rilancia anche il tema delle regole della rappresentanza. “C'è una proposta, c'è un accordo interconfederale che abbiamo fatto con tutte le maggiori parti datoriali, bisogna che il prossimo Parlamento lo traduca in legge e si occupi di normare e di regolare la rappresentanza del mondo del lavoro, dei lavoratori e delle organizzazioni di lavoratori, ma di misurare anche rappresentanza e rappresentatività delle organizzazioni datoriali”.

 

Il 2018 sarà un anno importante per la Cgil perché si aprirà con la conferenza di programma e si concluderà con il XVIII congresso. “Il primo appuntamento – sottolinea il dirigente sindacale – sarà una straordinaria palestra di confronto di idee, di proposizioni, di proposte per un programma per il Paese, si svolgerà il 30 e 31 gennaio. Poi ci sarà il congresso, cioè il momento più importante per un'organizzazione come la nostra dove la democrazia si pratica per davvero”.

“Credo che il paese e il mondo del lavoro – conclude Baseotto – abbiano bisogno di una Cgil che si proponga con una forte unità interna. Ma il 2018 sarà un anno importante anche per altre cose come il rinnovo di alcuni contratti e l'appuntamento di aprile con le elezioni per il rinnovo delle Rsu nel pubblico impiego, questione non da poco perché sono tre milioni di lavoratrici e di lavoratori che saranno chiamati al voto”. E poi, ovviamente, ci sarà la campagna elettorale: “Noi dovremo riempirla con i contenuti del lavoro, con le richieste che vengono dal mondo del lavoro. Una serie di scelte fatte anche con l'ultima legge di bilancio non risolvono il tema di una piena uscita dalla crisi, né il tema della disoccupazione giovanile e delle grandi emergenze sociali”.