“Non c’è niente da festeggiare”. È con questo slogan che oggi (martedì 19 settembre) i sindacati della Polizia penitenziaria scendono in piazza a Roma, in occasione della ricorrenza del bicentenario del corpo. L’appuntamento è alle ore 9 davanti alla Camera dei deputati (in piazza Montecitorio). “Meno parole e più fatti” chiedono Fp Cgil, Sappe, Osapp, Uilpa Uil, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Fsa Cnpp, insoddisfatti delle risposte avute dal ministro della Giustizia Andrea Orlando nell’incontro del 13 settembre scorso.

 

Al centro della mobilitazione vi è, anzitutto, la richiesta di “più sicurezza e di adeguati strumenti per garantire l’incolumità dei poliziotti penitenziari, dato l’aumento di aggressioni, colluttazioni e ferimenti tra le sbarre”. I sindacati sollecitano anche la messa in opera sia di un “piano di nuove assunzioni di agenti”, visto che sono 8 mila le unità necessarie al corpo, sia di un programma di investimenti tecnologici e infrastrutturali.

L’ultimo esempio di carenza di personale viene dal carcere di Verziano (Brescia). “A fronte di un organico previsto, tra personale maschile e femminile, di quasi 90 unità, sono impiegati appena 28 uomini e 11 donne” spiega Calogero Lo Presti, coordinatore Fp Cgil Polizia penitenziaria della Lombardia: “Il personale, addetto al servizio a turnazioni, è costretto a effettuare straordinari non pagati del tutto, turni massacranti e molteplici carichi di lavoro e di responsabilità”.

Tornando alla protesta nazionale, Fp Cgil, Sappe, Osapp, Uilpa Uil, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Fsa Cnpp rivendicano anche “un adeguamento delle risorse per il rinnovo del contratto di lavoro”, scaduto da quasi dieci anni; il “ripristino di corrette relazioni sindacali in sede centrale (Dap) e presso gli istituti e servizi penitenziari del Paese”; la “rimodulazione del provvedimento di riordino delle carriere”.