“Il tempo è scaduto, il gruppo Novelli, con i suoi oltre 700 lavoratori è sull'orlo del fallimento, per questo l'attuale proprietà deve entro giovedì 25 ottobre, quando è in programma un nuovo incontro al ministero, farsi da parte e consentire la formazione di un nuovo cda che abbia la fiducia degli istituti di credito. La continuità dell'attività va garantita ad ogni costo altrimenti siamo ai titoli di coda per una delle principali aziende agroalimentari dell'Umbria”. È un appello disperato quello che stamattina, nel corso di una conferenza stampa convocata di urgenza presso la Cgil di Perugia, hanno lanciato i sindacati Flai Cgil, Filcams Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell'Umbria.

Dopo il sostanziale fallimento dell'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico, affermano le tre sigle, a causa dell'atteggiamento “irresponsabile” della famiglia Novelli che si è presentata divisa con solo due dei quattro membri della proprietà, ora la situazione è arrivata a un “punto di non ritorno”.

“Senza liquidità saltano gli stipendi, che arrivano già a singhiozzo, e saltano le materie prime – hanno spiegato i sindacati – ma anche un solo giorno di fermo dell'attività (e venerdì potrebbe purtroppo già presentarsi questo scenario) vorrebbe dire perdere le commesse, perché qui non si fanno bulloni, ma pane e uova e ci sono concorrenti pronti a prendersi subito le quote di mercato lasciate libere”. I sindacati hanno quindi ribadito che "la famiglie Novelli, dai cui dissidi interni dipendono le difficoltà del gruppo, che sul mercato non ha invece problemi, deve fare subito un passo indietro per salvare l'attività produttiva, altrimenti glielo faranno fare i lavoratori”.

“Domani - conclude la nota – saremo nuovamente in piazza con i lavoratori e le lavoratrici dalle ore 10 davanti alla sede amministrativa del gruppo, in via del Commercio a Terni. Ma se venerdì la situazione non sarà stata risolta siamo pronti a tutte le azioni di mobilitazione necessarie. Il futuro di 700 famiglie non può essere messo in discussione per le beghe interne alla famiglia Novelli”.