Non solo dell'obbligo, fino a 18 anni, ma davvero universale. È questa la scuola che dovremmo impegnarci a costruire secondo Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che oggi, 22 marzo, ha concluso i lavori dell'assemblea nazionale della Flc Cgil "La scuola che verrà", una due giorni di riflessione e confronto tra docenti, giuristi, studenti e associazioni. "La prima grande sfida che dobbiamo vincere - ha detto il segretario Cgil - è che la scuola sia veramente gratuita, da quando sei piccino piccino, fino alla maggiore età. Oggi lo è solo formalmente, ma poi in realtà bisogna pagare per tutto". 

 

Questo significa per Camusso, ad esempio, "moltiplicare il tempo pieno e farla finita con lo scandalo dei bambini che non hanno accesso alla mensa perché non possono pagare". Ma ciò comporta la necessità di "investire risorse, che oggi non ci sono". Altrimenti quale è il rischio? "Un ulteriore incremento della dispersione scolastica - risponde Camusso - che però cambia faccia: non più un fenomeno di territori difficili dove i bambini vanno tolti dalla strada, ma qualcosa che ha a che vedere con la povertà delle famiglie, con la condizione economica, quindi con la disuguaglianza". 

L'altra questione decisiva per Camusso è il rapporto tra istruzione e lavoro. "Perché siamo tutti d'accordo sul giudizio negativo sulla Buona Scuola, ma questo non vuol dire che non si possa e non si debba ragionare sull'alternanza scuola-lavoro".  Per il segretario Cgil il discorso va fatto tanto più nell'ottica dell'allungamento dell'età dell'obbligo a 18 anni, battaglia che la Cgil porta avanti apertamente, a differenza di altri, come ha sottolineato la stessa Camusso. Ci vogliono però dei paletti chiari, e questi - secondo il leader Cgil - devo partire dal fatto che l'alternanza non può essere lavoro non retribuito, anzi, ancora meglio - ha precisato Camusso - non può essere lavoro. E stop". Di conseguenza, non si dovrà uscire dall'orario scolastico, o immaginare periodi di alternanza nel mese di agosto, perché quelli - ha insistito il segretario Cgil - sembrano piuttosto stage non retribuiti". 

Ma se è necessario "contrattare" una nuova idea di alternanza scuola-lavoro, il sindacato, secondo Camusso, deve è essere un interlocutore fondamentale. Così come protagonisti devono essere i docenti, che devono "appropriarsene" costruendo una programmazione in stretta relazione con il piano formativo. "Altrimenti - ha avvertito il segretario - c'è solo l'offerta delle imprese, la cui logica non è quella di intrecciare il lavoro con la formazione scolastica, ma di mettere alla prova dei giovani che poi potrebbero essere potenziali assunti". 

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Queste due priorità indicate da Susanna Camusso si inseriscono in una discussione più generale che, secondo il segretario, la Cgil deve aprire nel paese. "E dobbiamo farlo giocando d'anticipo - ha concluso Camusso - perché aspettare che siano gli altri a muoversi potrebbe essere, di questi tempi, pericoloso. Il congresso è l'occasione ideale per aprire questo ragionamento nel paese, nella convinzione che l'istruzione sia il mezzo attraverso il quale offrire ai giovani gli strumenti per costruire poi, con il lavoro, la loro autodeterminazione e la loro libertà".