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La seconda giornata della conferenza di organizzazione della Cgil a Roma, ha visto gli interventi dei segretari generali della Cisl e della Uil, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo, e le conclusioni di Susanna Camusso. Prima, però, sono stati numerosi gli interventi di dirigenti e delegati che hanno animato i lavori all’Auditorium. Molte sono state le testimonianze dai territori, gli esempi di buone pratiche, ma anche le richieste di un cambiamento di rotta, in grado di riavvicinare iscritti e lavoratori al sindacato.
“Il mio territorio, La Spezia, ha deciso che io, un giovane di 31, fossi il segretario generale della camera del lavoro: mi sembra un elemento da rimarcare”, così Matteo Bellegoni, nel suo intervento. “La Cgil mi ha mutato – dice –, mi ha convinto a lottare per cambiare il mondo. E di questo il governo ha paura: aver a che fare con un organizzazione di persone libere. Nonostante ci colpiscano, siamo ancora qui e qualunque governo dovrà fare i conti con noi”.
“La Cgil è l’unica organizzazione che può dare speranza, ma occorre dire che non stiamo andando nella direzione giusta”. È stato l'intervento sicuramente critico di Gloria Baldoni, della Slc Cgil di Ancona: “Tra i lavoratori serpeggia una notevole sfiducia sul ruolo del sindacato, in particolare della Cgil, che è sempre stata vista come la paladina dei diritti”. In conclusione, la dirigente della Slc Cgil di Ancona ha affermato che la Cgil “si sta condannando all’irrilevanza: stiamo diventando un sindacato-azienda, con un gruppo dirigente che ha scelto di non misurarsi e di non mettersi in discussione”.
“Abbiamo a che fare con una crisi sociale sempre più grave, con situazioni crescenti di povertà e indigenza”. Così Tina Liguori, direttrice dell’Inca di Bologna. “Noi del patronato abbiamo contribuito a combatterle in tutti questi anni. Grazie alla collaborazione con lo Spi territoriale, siamo riusciti a individuare le persone più in difficoltà. E il nostro progetto di tutela con le categorie e la Cgil ha prodotto risultati notevoli, sia in termini di iscritti che di tutela dei cittadini: abbiamo avuto 6.000 nuove adesioni e, parimenti, cresce costantemente il numero di prestazioni sociali".
"La parola d'ordine è cambiamento. Da questa conferenza d'organizzazione ci aspettiamo dunque un cambiamento vero", ha affermato Valeria Mascoli, delegata delle Ferrovie della Filt Cgil Roma, dal palco dell'Auditorium. "I nostri delegati e attivisti - dice - ogni giorno prestano il loro impegno in maniera disinteressata agli altri lavoratori. Siamo in un contesto ostile, in questi anni, e verremo sempre più misurati guardando a cosa diciamo e poi cosa facciamo nella pratica. Cambiamo - dunque - non perché lo vogliono Renzi o Confindustria, ma perché ce lo chiedono i delegati e i lavoratori".
“La Cgil è l’unico sindacato dei lavoratori che ha una visione della società capace di comprendere l’importanza di un rapporto forte con il mondo degli studenti”, ha detto invece Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Udu. La dimostrazione, ha detto, “è stata la grande manifestazione del 25 ottobre, con migliaia di studenti in prima fila sotto al palco. Lavoratori, pensionati e studenti, tutti sulla stessa barca: obiettivo di politiche che ci colpiscono tutti direttamente ma anche con la consapevolezza che è possibile costruire un paese diverso”.
“La prima sottolineatura che voglio fare è che se vogliamo cambiare per davvero, dobbiamo lavorare su noi stessi. Dobbiamo metabolizzare l'abbandono di una liturgia di cui siamo spesso prigionieri. Perché noi restiamo spesso immobili, ma le direttrici del cambiamento potranno essere accolte solo se riconosciamo i nostri limiti. Quelli che non ci hanno aiutato ad affrontare le difficoltà che ci si sono presentate. Serve invece un cambiamento culturale”, ha poi affermato Maria Grazia Gabrielli, segretario generale della Filcams.
“Nella mia classe ci sono diversi alunni originari di altri paesi e provo vergogna per quello cui sono costretti a vedere in tv: uomini, donne e loro coetanei che scappano dalle guerre e dalla disperazione, respinti dopo viaggi drammatici”. Monia Gorgoioli, delegata della Flc Cgil Umbria e insegnante di scuola primaria, riflette sull’Europa “e su cosa è diventata, non certo l’Unione che avevamo immaginato noi cittadini. Un’Europa che permette la libera circolazione dei capitali e pone barriere alle persone”. Sarà compito della Cgil, dei sindacati “lavorare per una coesione sociale, riunificare le istanze di uomini e donne a fronte di chi gioca per dividere, che difende gli interessi di pochi”.
Nel suo intervento, Silvia Lincesso, delegata Slc Cgil del centro smistamento poste di Taranto, ha invece ricordato le tante battaglie condotte nel suo territorio. “Appartengo a una categoria molto esposta e variegata, con una vertenzialità assai forte e vivace. In primo luogo, penso a Teleperfomance, la vertenza di punta della città e seconda realtà occupazionale dopo l’Ilva, con oltre 2.000 addetti. La mancata regolamentazione degli appalti, il lavoro nero, la delocalizzazione produttiva, sono alla base della crisi aziendale e dell’intero settore. Il 28 luglio scorso, siamo arrivati a un sofferto accordo, in un gruppo composto all’80% da donne giovani - età media 33 anni -, dove era stato imposto il demansionamento, riduzioni di salario, limitazioni ai permessi”.
C’è il tema del cambiamento, insieme all’attacco alle organizzazioni sindacali, al centro dell’intervento di Tania Scacchetti (segretaria della Cgil di Modena) alla conferenza di organizzazione della Cgil. L’attacco al sindacato - ammonisce la dirigente sindacale -, le polemiche sulle pensioni d’oro, sul tesseramento ecc., è però “diverso dal passato, perché c’è la crisi che rende le persone più sole, più individualiste, mentre la politica con cui dobbiamo metterci in rapporto è sempre più autoreferenziale”. Nel frattempo “sta cambiando la rappresentanza, ce lo ricordava Riccardo Terzi: non c’è più automatismo rispetto all’appartenenza, che ha sempre meno vincoli ideologici”.
“In questo dibattito si è parlato molto di ritorno nei territori. Perché nei territori si incrociano tante esperienze e la contrattazione territoriale e continua continua ad avere un ruolo fondamentale. Noi della lega Spi del Lazio siamo un soggetto rappresentativo e riconosciuto nei nostri territori e dalle amministrazioni locali, perché abbiamo sottoscritto protocolli d'intesa i cui risultati andranno a finanziare anche il welfare locale”. Con queste parole, Gabriella dell'Orco della Lega Spi del Lazio, ha invece aperto il suo intervento alla Conferenza.
“Dobbiamo cambiare senza perdere le nostre radici, la nostra bussola siamo noi migranti, i più poveri, i più giovani. Le nostre sedi devono essere vive, con adeguata presenza delle categorie, dobbiamo occuparci meglio delle periferie. È l’ultima occasione per garantirci un futuro e la priorità è il tesseramento”, ha commentato Uzari Redzep, delegato Fillea dell’Aquila. “Dobbiamo agire prima di tutto nei luoghi di lavoro – ha aggiunto – riconquistare i cantieri, il mondo del lavoro. Possiamo farlo, però abbiamo bisogno di risorse nei territori, dobbiamo spostare l’attenzione, anche economica, sui lavoratori”.
“Sono tante le ragioni di fondo che ci hanno indotto a convocare questa conferenza, a cominciare dalla volontà di salvaguardare il nostro ruolo, la nostra identità e la nostra autonomia, ma tutto questo da solo non basta”. Così Sandro Del Fattore, segretario generale della Cgil Molise, in apertura del suo intervento alle assise della Cgil che si concludono oggi a Roma. “La richiesta di “un’organizzazione più aperta” non certo a caso ha caratterizzato l’intero percorso delle conferenze fin qui realizzate, “perché vogliamo segnare la nostra alterità rispetto al sistema politico, che mai come oggi soffre un deficit di democrazia”. Per questo “la nostra autoriforma – ha proseguito Del Fattore – assume un ruolo decisivo: siamo al servizio dell’autonomia del lavoro, dunque dobbiamo facilitare ogni processo di rappresentanza diretta del lavoro, contro il verticismo oggi un po’ ovunque dilagante”.
Francesca Lupo, partita iva Nidil di Firenze nel suo appassionato intervento ha rivolto un appello ai sindacati: “Gli autonomi hanno bisogno di rappresentanza e la Cgil ha bisogno di imparare a rappresentarci, anche per riunificare il mondo del lavoro”. Lupo ha insistito sul fatto che precarietà e incertezze costringonole persone ad accettare lavori e condizioni di lavoro non sostenibili”.
Infine Sara Moutmir, delegata Flai Cgil e bracciante agricola di Salerno, ha chiuso gli interventi prima della relazione di Susanna Camusso. Moutmir ha esordito ricordando i nomi dei lavoratori morti nei campi la scorsa estate: “4 euro l’ora, sveglia all’alba, dieci ore in serra, sotto lo sguardo di un caporale che non dà aiuto. Perché il lavoro è questo e queste sono le condizioni, ma queste non sono e non devono essere le condizioni di lavoro e noi lo denunciamo da anni”. La Flai sta facendo un importante lavoro sul territorio: “Coi nostri camper, le nostre macchine, a volte anche in bicicletta, andiamo dove i lavoratori vengono ingaggiati dai caporali al prezzo più basso. Ci rechiamo sul territorio, incontriamo i lavoratori, forniamo materiale in diverse lingue, ci facciamo conoscere e diventiamo punti di riferimento. Così abbiamo avvicinato moltissimi lavoratori. Così si può fare del sindacato un vero punto di riferimento. Diamo sostegno e coraggio a lavoratori che non vogliono sentirsi soli”.