È considerato tra i progetti formativi più innovativi e al passo con i tempi: si chiama Arti, ovvero assistenza, rappresentanza, tutela, inclusiva, le parole chiave del corso di formazione per delegati sindacali, messo a punto dalla Cgil umbra, in collaborazione con Nidil regionale. Su questo, si è incentrata la nuova puntata di 'Quadrato rosso. La formazione va in rete', la trasmissione di RadioArticolo1, e di 'Conoscenza&organizzazione', la rubrica di Rassegna Sindacale.it, del 26 settembre scorso.

 

 

La responsabile della formazione della Cgil Umbria, Patrizia Venturini, ha spiegato finalità e caratteristiche del piano. “Ispirandoci ai dettami dell’ultima conferenza di organizzazione 2015, abbiamo messo a punto un progetto la cui la nostra parola d’ordine è inclusività, tanto che abbiamo creato anche un neologismo apposito, il delegato inclusivo, considerando che il delegato tradizionale rappresentava solo una parte, ormai minoritaria, del mondo del lavoro, creando spesso un dumping con gli altri lavoratori, quelli precari. Invece, noi vogliamo formare un delegato che sia un punto di riferimento per tutti sui luoghi di lavoro. Fino ad arrivare, ad esempio nei centri commerciali o nei cantieri, dov’è presente una moltitudine di lavoratori con tipologie di contratto assai differenti tra loro, a piattaforme di sito sempre in nome dell’inclusività”.

Il progetto è stato avviato nella primavera 2015, ed è già pronta la seconda edizione. “Siamo partiti con 18 iscritti, poi ridotti a 12 – ricorda la dirigente sindacale –, ed è stato un anno molto duro. Ci siamo mossi sulla falsariga del piano della Cdl di Modena, ritenuta un modello di riferimento per la formazione nel nostro circuito sindacale, sia pure molto più grande di noi come dimensioni. Abbiamo seguito i corsisti con grande attenzione e alla fine i cambiamenti sono stati notevoli in senso positivo, dove ogni partecipante ha sintetizzato assai bene la propria esperienza. Abbiamo poi introdotto sessioni su economia e contrattazione, e adesso agiremo sulla stessa falsariga con i nuovi delegati, mentre per chi ha già fatto il corso base organizzeremo moduli tematici d’approfondimento”.

Ivano Bruschi, dipendente di Trenitalia e delegato Filt, ha partecipato al primo corso Arti. “È stata un’esperienza molto positiva, che spero di ripetere quanto prima e di cui ho beneficiato professionalmente, ampliando il mio bagaglio di conoscenze, tanto che oggi sono diventato un punto di riferimento per i miei colleghi in azienda. Durante il corso, abbiamo studiato la storia del sindacato, la contrattazione, il Jobs Act, e ci ha arricchito lo scambio con lavoratori di altre categorie. Abbiamo anche discusso del ruolo del sindacalista, in un momento così arduo di ‘desindacalizzazione’ acuta, dove oltre a mancare gli strumenti e le conoscenze, vengono promulgate leggi avverse al sindacato. Per questo, ci vuole una formazione permanente per chi fa sindacato, in grado di poter affrontare un lavoro che è sempre più difficile”.

“Io costituisco la rappresentazione plastica dell’apertura della Cgil al mondo dei precari”. Chi parla è Vittoria Arcovio, lavoratrice a progetto, già in somministrazione, di 28 anni. “Ho partecipato ad Arti e ciò mi ha permesso di entrare in contatto con altri lavoratori e lavoratrici con situazioni differenti dalla mia.  Il corso è stato completo, perché è andato al di là delle lezioni teoriche, riguardanti il diritto del lavoro e altre questioni sindacali. Abbiamo imparato anche a come comportarci di fronte all’utenza, a come riuscire a comunicare i valori della Cgil, a conoscere i propri diritti e doveri. Dopo quell’esperienza, mi sono sentita più sicura sul mio lavoro; perciò, dico grazie alla Cgil e non vedo l’ora d’iniziare il nuovo corso per completare il mio percorso formativo”.

Commenta Giancarlo Pelucchi, responsabile della formazione della Cgil nazionale: “Il pregio di Arti è che ha una logica d’inclusività e mette al centro le domande di tutela degli individui. Abbiamo fatto una gran fatica a convincere le categorie ad aprire al precariato, a tenere assieme le figure tradizionali e i nuovi profili di lavoratori, considerando anche che ci sono sempre meno permessi per fare formazione. Ma oggi la strada è tracciata ed è quella giusta, perché il mondo del lavoro è composto ormai in gran parte da persone senza diritti. E il nostro obiettivo è mettere in rete varie esperienze diverse. Oggi la rete comincia a funzionare e questo può generare nuove risorse, raccontando e confrontando informazioni e idee, per poi metterle a frutto. La Cgil Umbria costituisce una delle scuole che in ambito formativo si sono sviluppate in modo autonomo e peculiare sul territorio”.