Sono morti i due operai precipitati all'interno della cisterna del “sovrappieno” della diga Furore di Naro (Agrigento). Le vittime sono entrambe della provincia di Agrigento, Francesco Gallo, 50 anni, e Gaetano Cammilleri, 55 anni. La Procura della città siciliana ha aperto una inchiesta e procede per omicidio colposo. Secondo una prima ricostruzione, i due erano sul cestello quando si è spezzato il cavo che lo sosteneva, precipitando per circa venti metri sino in fondo alla cisterna utilizzata per la raccolta dell'acqua piovana destinata all'agricoltura. Il governatore Rosario Crocetta ha annunciato l'avvio di una Commissione regionale d'inchiesta: “Giustizia deve essere fatta – ha detto –, chi ha sbagliato pagherà”.

La morte dei due operai “ripropone la gravità dell'inversione di tendenza rilevata dai recenti dati sugli infortuni nei luoghi li lavoro”, commenta il segretario confederale della Cgil Franco Martini: “È ancor più grave – prosegue il dirigente sindacale – che questa inversione si stia verificando in presenza dei primi segnali di ripresa produttiva. Ciò significa che l'innovazione e la qualità del lavoro, di cui la sicurezza è indice fondamentale, non rappresenta la scelta prioritaria e diffusa”.

Per il segretario confederale, “le norme esistono, occorre però un massiccio investimento per il loro rispetto, a partire dai controlli. Non possono più essere trasferite risorse pubbliche alle imprese, qualunque siano le loro forme, senza rendere vincolante l'obbligo della formazione in materia di sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro. Occorre intervenire drasticamente nel settore degli appalti per superare la logica del massimo ribasso e attuare rigorosamente la norma sulla responsabilità solidale. Le forme di lavoro prevalenti non possono essere i contratti a termine, poichè disincentivano la formazione e gli investimenti in sicurezza”.

“Sono strade – conclude Martini – che possono essere percorse fin da subito da governo, istituzioni regionali e locali, imprese, insieme all'iniziativa congiunta dei sindacati e alla contrattazione a tutti i livelli. In particolare, chiediamo al governo la convocazione di un incontro con parti sociali e istituti che hanno competenze in materia di sicurezza, per una verifica congiunta sulle iniziative da adottare per favorire i controlli”.