Alcune norme dello Statuto dei lavoratori hanno portato a una "insufficiente creazione di posti di lavoro". Lo afferma il premier Mario Monti intervenendo in videoconferenza all'università Roma Tre. "Alcune disposizioni dello Statuto dei lavoratori - ha detto Monti - pur ispirate all'intento nobile di difendere i lavoratori, hanno contribuito a determinare una insufficiente creazione di posti di lavoro". Nella politica italiana, ha aggiunto il premier, in passato "c'è stato uno scarto tra l'etica delle intenzioni e l'etica della responsabilità. Alcune decisioni importanti puntavano a fare bene ma spesso non sono state contraddistinte da pragmatismo".

Per il premier, "alcuni dei danni maggiori arrecati al paese sono derivati dalla speranza di fare bene dal punto di vista etico, civile e sociale, ma con decisioni politiche che spesso non erano caratterizzate da pragmatismo e valutazione degli effetti. Certe disposizioni - ha aggiunto - intese a tutelare le parti deboli nei rapporti economici, impattando sul gioco del mercato, hanno finito per danneggiare le stesse parti deboli che intendevano favorire".

A stretto giro di posta la risposta della Cgil. "Non vorrei che qualcuno, siccome non c'è una idea su nulla, si reiventasse una logica contro i lavoratori. Mi pare che abbiamo fatto già abbastanza contro i lavoratori'. Così manda a dire da Salerno il segretario di Corso d'Italia, Susanna Camusso. "È il peggiore liberismo, quello che ha teorizzato che la diseguaglianza abbia fatto crescere il mondo - ha aggiunto - sono quattro anni che il mondo non sa uscire dalla crisi determinata proprio da quella logica lì".

"Penso che sia esattamente la dimostrazione che questo governo non ha un'idea di cosa fare per la crescita e lo sviluppo del Paese", aggiunge Camusso. "Pare che abbia esaurito qualunque spinta propulsiva, è la ripetizione di un film che abbiamo già visto. Si conferma che non c'è un'idea del governo su come affrontare i temi della crescita e dello sviluppo in Italia. Si continua a riproporre ricette che hanno già dimostrato fallimentarità oppure si butta la palla in un altro campo come hanno fatto sulle questioni della produttività".