La bolla finanziaria esplosa in Cina colpisce un po' ovunque ad apertura di settimana. In profondo rossi i listini europei: a Milano il calo in apertura delle contrattazioni è del 3,7% nelle prime battute. Inutili dunque i tentativi di Pechino di invertire la tendenza con una serie massiccia di operazioni finanziarie grazie alle quali i fondi pensione degli enti locali possono investire ora in azioni e con la riduzione della liquidità che le banche sono tenute a immobilizzare. Insomma finora una maggiore liquidità non sembra servita a molto.

Per la Borsa cinese è stata la peggiore performance dal 2007. Shanghai ha perso il 9%, mentre al termine delle contrattazioni la Borsa di Tokyo è scesa del 4,61%, ai minimi da circa sei mesi sotto il peso dello yen rafforzato. Sydney ha perso il 4,3% e nella Corea del Sud l'indice Kospi risulta in rosso del 3%.

Anche alla Borsa indiana di Mumbai va male: l'indice Sensex dei 30 migliori titoli ha perso 1.006 punti (-3,67%) all'apertura. La rupia ha toccato un nuovo minimo da due anni, a 66,49 per dollaro. In generale l'indice di della regione, l'Asia Pacific Index, ha perso il 4,9%, il peggior calo da agosto 2011.