È iniziato alla mezzanotte lo sciopero nazionale unitario dei medici. Un’astensione dal lavoro, spiegano i sindacati, proclamata dai 250 mila camici bianchi “in difesa del Servizio sanitario nazionale e contro i tagli delle prestazioni erogate ai cittadini”. La protesta interessa ospedali, Asl e studi dei medici di famiglia, ma sono garantite urgenze, visite a pazienti terminali e prestazioni di assistenza domiciliare integrata. I sindacati denunciano condizioni di lavoro sempre più pesanti, anche a causa dei ridotti finanziamenti della sanità pubblica e delle mancate assunzioni per rispondere alle normative europee e al turn-over, e rivendicano l’apertura del tavolo contrattuale.

“Dopo anni di tagli e di mancati finanziamenti la sanità è ormai a pezzi, con profonde diseguaglianze regionali e con un’accessibilità sempre più ridotta per liste di attesa e ticket” spiega Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp Cgil Medici: “Ci scusiamo per i disagi, ma vogliamo salvare e riqualificare la sanità pubblica, che rappresenta la migliore assicurazione sanitaria per tutti i cittadini”. L'agitazione è stata dichiarata da tutte le sigle sindacali: Anaao, Assomed_Sivemp, Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil Medici, Fvm, Fassid, Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Uil Medici, Fimmg, Snami, Smi, Intesa Sindacale-Cisl Medi-ci-Fp Cgil Medici-Simet-Sumai, Sumai, Fespa, Fimp, Cipe e Andi.

Servono subito, continua Cozza, le necessarie “assunzioni per garantire il giusto orario europeo per medici e infermieri a tutela della qualità delle cure, ma con risorse adeguate e definite nella Legge di stabilità e non con riferimento a ipotetici risparmi delle Regioni, già in gravi difficoltà economiche". Senza ascolto e risposte, conclude il segretario della Fp Cgil Medici, la nostra mobilitazione “non si fermerà e continuerà anche nel 2016, a partire da altre manifestazioni e scioperi”.