PHOTO
Continuano gli scioperi dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto. In tutta Italia si stanno infatti svolgendo le quattro ore di stop proclamate a livello territoriale da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. Oggi (mercoledì 27 luglio) si fermano i lavoratori di Matera (presidio presso la Comer), Sondrio (concentramento e volantinaggio in piazza Cavour) e Siena (sit-in alla rotonda Pam di Poggibonsi).
Ieri lo sciopero ha coinvolto i lavoratori di Mantova (presidio davanti alla Belleli Energy), Potenza (presidio presso la Dalmine Ls) e Melfi (manifestazione in piazzale Yanfeng, ex Johnson Controls), mentre giovedì 28 stop a Massa Carrara (manifestazione davanti la sede dell’Associazione industriali) e Prato (presidio in piazza del Comune), mentre venerdì 29 si terrà lo sciopero di tutte le aziende metal meccaniche della Valle d’Aosta.
“I lavoratori vanno in ferie senza il contratto nazionale” ha osservato nei giorni scorsi il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini: “A settembre dovremo decidere cosa mettere in campo perché non può rimanere questo un problema dei solo metalmeccanici, è una questione nazionale che riguarda la qualità del sistema industriale del paese e anche il sistema di relazioni”. Non fare il contratto nazionale, ha concluso, “non è semplicemente conseguenza della crisi: vogliono cambiare le regole del gioco, di fatto superare l'esistenza del Ccnl e introdurre rapporti di lavoro regolati azienda per azienda, con diversità di condizioni tra i lavoratori che fanno lo stesso lavoro”.
Il negoziato tra sindacati e industriali (Federmeccanica e Assistal) è di fatto bloccato da più di un mese e mezzo. L’impegno di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil – spiegano in una nota – è oggi rivolto “a un nuovo contratto nazionale, tanto più per cogliere i segnali di ripresa e favorire una nuova fase di rilancio e innovazione del nostro sistema manifatturiero industriale, investendo sulla qualità del lavoro”. I sindacati ribadiscono quindi “la volontà di giungere a un contratto in grado di rinnovare qualitativamente le relazioni industriali, migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l'occupazione, far ripartire gli investimenti e avviare una nuova politica industriale”.
Il nodo principale è l’aumento salariale. “La proposta formulata da Federmeccanica e Assistal – spiegano le organizzazioni dei metalmeccanici – non riconosce al 95 per cento dei lavoratori alcun aumento, rendendo così inutile e residuale il contratto nazionale”. I sindacati, infine, rimarcano la necessità di confermare “il sistema su due livelli, con il ruolo generale del Ccnl sulle normative e sulla tutela del potere d'acquisto del salario, insieme alla qualificazione e all’estensione della contrattazione di secondo livello (aziendale e territoriale) per tutte le persone che lavorano nelle imprese metalmeccaniche”.