La Cgil, la Flai e il Centro Pio La Torre ricorderanno sabato 16 maggio la figura di Salvatore Carnevale, sindacalista socialista ucciso dalla mafia sessant’anni fa. La commemorazione sarà a Sciara, dove è avvenuto il delitto, con una serie di iniziative nel corso della giornata. Di mattina, alle 9 nella chiesa madre S.Anna, è in programma un dibattito con Nino Caleca, assessore regionale all’agricoltura, Enzo Campo, segretario della Camera del lavoro di Palermo, Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre, Michele Pagliaro, segretario della Cgil Sicilia, Salvatore Rini, sindaco di Sciara e le conclusioni del segretario generale nazionale della Flai Cgil, Stefania Crogi. Dalle 10.30 alle 13 sarà la volta del percorso della memoria “Dalla Casa alla Cava”, interpretato e recitato dagli studenti. Alle 19, in piazza Castelreale, andrà in scena “Turi Carnevale”, Opera dei Pupi di Angelo Sicilia.

Carnevale, bracciante e sindacalista socialista era attivo nel sindacato e nel movimento contadino, difendeva i diritti dei braccianti agricoli e per questo dava fastidio ai proprietari terrieri. Tre giorni prima di essere assassinato, sulla strada che lo conduceva da casa alla cava dove lavorava il 23 settembre del 1923 a soli 31 anni, era riuscito ad ottenere le paghe arretrate per i suoi compagni e il rispetto della giornata lavorativa di 8 ore. Nel 1951 aveva fondato la sezione del partito socialista di Sciara e aveva organizzato la Camera del Lavoro. In seguito all’occupazione delle terre della principessa Notarbartolo, era stato arrestato. Uscito dal carcere si trasferì per due anni in Toscana, dove scoprì una forte e radicata cultura dei diritti dei lavoratori, cercando poi di trasferire questa esperienza, una volta tornato in Sicilia, nella lotta contadina. E’ stato anche segretario della Lega dei lavoratori edili di Sciara. Dopo l’omicidio la madre di Carnevale, Francesca Serio, presentò un esposto alle autorità inquirenti. I quattro uomini arrestati, uno di questi era il soprastante della principessa Notarbartolo, furono condannati all’ergastolo ma la sentenza fu ribaltata in appello e in Cassazione e gli imputati assolti per insufficienza di prove. Alla madre di Carnevale, Carlo Levi ha dedicato pagine toccanti nell’opera “Le parole sono pietre”.