È attesa per questa notte la messa in stand by dell'altoforno della Lucchini di Piombino, che cesserà la lavorazione della ghisa, per andare lentamente verso uno spegnimento tecnicamente irreversibile. Al massimo, l'ora X potrebbe scattare nelle prime ore di domani pomeriggio. Oltre ai 1.500 lavoratori direttamente impiegati nello stabilimento, la chiusura della Lucchini porterà via il lavoro ad un indotto pari a 110 altre imprese, per un totale di 4 mila persone, ad esempio tra mense, pulizia, lavanderia, trasporti e ditte di collaudo.

I sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm per manifestare il dissenso per lo stop all'altoforno e chiedere che possa ripartire hanno indetto un'assemblea oggi (23 aprile), davanti alla portineria della fabbrica. È stato proclamato inoltre uno sciopero di due ore, dalle 16 alle 18, per permettere ai lavoratori di partecipare.

"Oggi di nuovo a Roma per la Lucchini. La Regione ha fatto la sua parte mettendo ingenti risorse sul porto e sulle nuove tecnologie. Ora tocca al governo fare scelte di politica industriale e di finanziamenti. Gli operai sono in lotta in questo giorno drammatico in cui si spegne l'altoforno. Sento tutta la responsabilità che ho ma sono sereno. Firmerò solo se ci saranno precise garanzie". Così, stamani, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, in un suo post su Facebook annuncia un'altra riunione al ministero dello Sviluppo economico. Rossi è di nuovo al Mise stamani dopo la riunione-fiume di ieri sera per continuare la discussione sui contenuti dell'accordo di programma sul polo siderurgico.