Diritti, ambiente e lavoro: queste le priorità del programma appena stilato da Ivana Galli, il neosegretario generale Flai Cgil, ospite venerdì 6 maggio di Italia parla, la rubrica di RadioArticolo1. “Caporalato e sottosalario sono fatti endemici in agricoltura – ha esordito la dirigente sindacale –, ma rispetto a trenta-quarant’anni fa, ora c’è proprio un sistema organizzato di sfruttamento del lavoro, nel quadro di un’economia sostanzialmente malata che fa business con la riduzione in schiavitù e causa tanti incidenti mortali sul lavoro. Per questo, come mio primo atto da segretario generale, ho voluto ricordare i braccianti morti sui campi. Tale sistema lo denunciamo da lunghissimo tempo, e malgrado l’impegno dei ministri della Giustizia e delle Politiche agricole, del disegno di legge contro il caporalato non si parla più: è fermo da febbraio in Parlamento, e non s’intravede nulla di nuovo a breve. Siamo molto preoccupati, in quanto, a ridosso dell’estate, non c’è ancora un provvedimento che in qualche modo intervenga a contrastare un fenomeno così grave”.

 

“La prossima settimana presenteremo il nostro terzo rapporto su caporalato e agromafie – ha affermato la leader Flai –, e in quell’occasione annunceremo un’iniziativa nazionale di lotta, se possibile unitaria, che faccia pressione e sblocchi il ddl 2217. Attraverso le nostre iniziative del ‘Sindacato di strada’ e delle ‘Tende rosse’, veri e propri presidi territoriali per contrastare i fenomeni suddetti, stiamo incalzando Governo e Parlamento a intervenire. Siamo partiti il 18 aprile a Latina, dove per la prima volta i braccianti indiani hanno alzato testa e voce, scendendo in piazza con noi, denunciando il lavoro nero e rivendicando i loro diritti, partendo dal riconoscimento del contratto. Quella manifestazione è servita anche per far prendere coscienza ai cittadini del sistema organizzato di sfruttamento operante nelle campagne, scuotendo la gente dall’indifferenza nei riguardi di quei lavoratori”.        

“Sempre a proposito di condizioni di lavoro – ha proseguito la sindacalista –, c’è anche da denunciare come operano le braccianti donne nelle serre, in assenza pressochè assoluta di sicurezza, esposte a malattie professionali e patologie di ogni tipo, di cui spesso non si conosce la pericolosità. E le condizioni di lavoro in agricoltura potrebbero peggiorare a breve, se dovesse essere ratificato il Ttip (il Trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico), in fase di negoziazione fra Stati Uniti e Unione europea, contro cui scenderemo in piazza domani a Roma, nell’ambito di una manifestazione nazionale. Per quanto attiene alla rete del lavoro agricolo di qualità, è stato un fatto molto importante. Ma, ad oggi, risultano iscritte poco più di 300 imprese, rispetto a una platea di almeno 100.000. Sono cifre che non ci confortano, su cui dovrebbero interrogarsi le stesse associazioni datoriali”.

“Al capitolo vertenze contrattuali – ha aggiunto l’esponente Cgil –, proprio oggi abbiamo dichiarato la nostra solidarietà ai lavoratori dei servizi del turismo e delle mense, entrambi in sciopero. Nell’ambito della nostra categoria, abbiamo incassato un ottimo risultato con il rinnovo dell’agroindustria. Nei prossimi giorni ci misureremo con il ccnl della forestazione, scaduto da anni, che interessa 64.000 addetti, considerati un peso per la collettività, e quindi dovremo superare anche tutta una serie di pregiudizi verso questi lavoratori, così come ci sono nei confronti di tutto il pubblico impiego. In realtà, con le loro competenze, i forestali potrebbero esercitare un lavoro davvero prezioso per il Paese, se s’intervenisse con una programmazione adeguata contro il dissesto idrogeologico, considerando che ogni anno milioni di persone sono esposte al rischio di frane e alluvioni. Altre trattative negoziali in corso: consorzi agrari, bonifiche, panificazione, artigianato alimentare, cooperazione pesca, cooperazione agricola, allevatori. Questi ultimi sono lavoratori dalle professionalità elevate, che potrebbero svolgere un ruolo importante in tema di sicurezza alimentare, ma non sono tenuti nella giusta considerazione”.