Attribuire a una rissa il terribile fatto di cronaca, l’aggressione e l’omicidio di Emmanuel, è tipico di un punto di vista cinico e ipocrita che non si imbarazza minimamente di fronte alla morte di un uomo, ma si scandalizza per qualche articolo di stampa (ma quali?) che rappresenterebbero il Fermano come una terra razzista, fino a chiedere un risarcimento per le vie legali. 

È proprio questo atteggiamento che offende la nostra comunità civile e democratica. È chi chiede il silenzio della città e a Don Vinicio un ripensamento sulla sua costituzione di parte civile che avvelena le acque e fa un pessimo servizio a Fermo. Sono i manifesti di Fratelli d’Italia che offendono la comunità. Fermo non ha bisogno di silenzio né di risarcimenti. Fermo ha bisogno di essere svegliata e reagire a quello che sta accadendo. Da qui la nostra solidarietà a Don Vinicio e alla Comunità di Capodarco, proprio perché le loro azioni rispondono coerentemente a tali esigenze.

La risposta al razzismo l’abbiamo data con la grande manifestazione dello scorso 12 luglio, partecipata da migliaia di cittadini e da più di 130 associazioni. Il Fermano è una terra storicamente accogliente, civile e democratica. Tuttavia, da tempo corre seri pericoli in seguito a processi che sembrano non avere i contrasti adeguati. In questi ultimi anni sono cresciuti i livelli di povertà, disoccupazione, lavoro nero e sommerso, di sfruttamento del lavoro, dell’evasione fiscale; la crisi ha acuito le disuguaglianze e l’uso indiscriminato dei voucher.

L’aggressione ad Emmanuel e sua moglie segue una serie di fatti: l’omicidio dei due lavoratori kosovari, le bombe contro le chiese, gli incendi di barche, chalet e di altre strutture economiche. Fatti che stanno suscitando molte preoccupazioni nelle coscienze democratiche, ma nessuna appropriata reazione delle istituzioni e della comunità. La stessa analisi del giudice Macrì fa riferimento ai pericoli dell’usura e del riciclaggio attraverso i quali la criminalità organizzata sta tentando di innestarsi nel sistema economico-sociale delle Marche, anche impossessandosi di intere imprese.

Abbiamo quindi questioni che se restassero senza risposte metterebbero in discussione il carattere solidaristico e civile della nostra comunità, alimentando un clima di paura ed intolleranza. Per questo, unitariamente, stiamo chiediamo alle istituzioni e a tutti gli altri attori democratici di unire forze e azioni per battere il razzismo, il fascismo e l’illegalità. E’ quello che abbiamo chiesto al nuovo Prefetto in un recente incontro; è quello che è emerso nel convegno della Camera di Commercio su Legalità e sviluppo di giovedì scorso. È una battaglia unitaria da fare in ogni campo, economico, sociale e culturale.

Maurizio Di Cosmo è il segretario generale della Camera del lavoro di Fermo