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20mila licenziamenti nella media e grande industria nel triennio 2012-2014, è questo il dazio pagato dalle aziende metalmeccaniche lombarde, alla luce dei dati elaborati dalla Fiom Cgil regionale. Una situazione destinata a precipitare ulteriormente senza altri interventi da parte della Regione, denuncia il sindacato delle tute blu Cgil.
"Non bastano i contratti di solidarietà, servono ben altre misure per fronteggiare una crisi sempre più profonda che non si allevia nemmeno con la prospettiva dell'Expo2015, evento che non è stato in grado di creare occupazione stabile e duratura per invertire il trend", afferma la Fiom in una nota nella quale sottolinea "la mancanza di politiche attive per il lavoro, tema la cui centralità oggi non viene percepita dalle forze politiche".
Tra i settori più colpiti, secondo la Fiom lombarda, spiccano quelli del trasporto automotive, della produzione di elettrodomestici, quello informatico, che sta soffrendo le implicazioni di una crisi generalizzata di sistema, e il ramo siderurgico, che risente a vario titolo e in maniera diversificata delle incertezze del mercato.
A pagare tributi molto alti in termini occupazionali le province di Bergamo, Milano e la provincia di Monza e Brianza, che hanno risentito maggiormente di ondate di licenziamenti a pioggia con ricadute dirette sul loro tessuto socio-economico.
“Questa situazione non va solo monitorata ma deve essere fermata”, sottolinea Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia. “Basti pensare - afferma Rota - che siamo ancora molto a rischio perché ci sono ancora dei tavoli di crisi aperti sia in Regione, sia al Ministero dello Sviluppo Economico, che potrebbero far aggravare ancor di più questi dati”.
“Bisogna allora fare qualcosa proprio a partire dalla Lombardia, dove si sta concentrando la crisi con particolare virulenza. Consideriamo molto utili i contratti di solidarietà, riteniamo però non siano sufficienti per fronteggiare questa condizione di grande emergenza da parte dell'industria tradizionale. Chiediamo pertanto vengano stanziate altre risorse per affrontare questa crisi di sistema”, aggiunge il segretario delle tute blu lombarde.
“Come Fiom - prosegue Rota - pur essendo all'inizio dell'anno abbiamo iniziato a sottoscrivere accordi che utilizzano nella sostanza i contratti di solidarietà, facendo ricorso anche alla legge regionale, una legge da noi fortemente voluta, in modo tale da colmare la riduzione dall'80 al 60% in due anni, decisa a livello nazionale, per offrire un sollievo ai tanti lavoratori colpiti dalla crisi”.
“Non possiamo non constatare che la questione del lavoro sia uscita da tempo dal radar della politica e dei partiti, finendo ai margini anche nell'agenda dei media. Si parla di tante questioni, si affrontano tanti argomenti, ma della questione operaia non v'è più traccia”, sostiene ancora il segretario delle tute blu.