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La piattaforma Idea Diffusa è, dopo il Coordinamento politiche industriali, la Consulta industriale, il Comitato scientifico per le politiche industriali, l’ultima arrivata di una serie di strumenti messi in campo dalla Cgil per comprendere e rappresentare il mondo del lavoro 4.0, quello forse più coerente con la linea strategica che la confederazione persegue in questa fase: fare rete con i lavoratori, che vivono l’innovazione ogni giorno, ma anche, e soprattutto, nella costruzione di un rapporto con persone esterne al mondo sindacale, per attrarre nuove idee e mettere in moto un processo di contaminazione reciproca. Ne parliamo con Vincenzo Colla, chiamato a occuparsi nell’ambito della segreteria confederale delle politiche industriali e in particolare del piano Industria 4.0.
Rassegna Colla, come definiresti Idea Diffusa: la naturale evoluzione di un percorso dettato dalla necessità di governare i cambiamenti imposti dalla tecnologia o un’iniziativa all’insegna dell’innovazione?
Colla L’una e l’altra cosa. Avevamo entrambi i bisogni. Da una parte, era necessario strutturare un modello che fosse in grado di coinvolgere nuove competenze nel lavoro di analisi e di elaborazione, quelle di docenti, esperti e accademici, e dall’altra poter mettere questo patrimonio umano in sinergia con le esperienze e le conoscenze sindacali, mettendo in rete le buone pratiche. Penso che essere arrivati fin qui sia un risultato importante. Idea Diffusa ci dà la possibilità di dotarci di strumenti organici ed efficienti, quello che abbiamo chiamato un service a vantaggio di categorie e territori, capace di avere un impatto sul terreno più proprio del sindacato: la contrattazione.
Rassegna Non trovi sia un po’ paradossale che lo strumento assurto a simbolo della disintermediazione, sia sociale che politica, si candidi a diventare un punto di forza per il rilancio dell’azione sindacale nel campo delle politiche industriali?
Colla Quello della disintermediazione è un tema oramai globale. Trova alimento nella suggestione ideologica di coloro che pensano che nel mondo, dove ciascun individuo è connesso, non sia più necessario il ruolo della rappresentanza. Si arriva a ipotizzare che da qui a breve la tecnologia potrà sostituire la democrazia in una sorta di plebiscitarismo tecnologico. Noi invece crediamo nella funzione storica e sociale dell’innovazione tecnologica. Pensiamo che il modo migliore per favorire questa funzione sia di metterla al servizio della democrazia e con essa del sistema di rappresentanza. Come ha già detto qualcuno, potremmo parlare di “eterogenesi dei fini”. Molto più concretamente, penso che non sia più possibile rinunciare ai vantaggi di questo potenziale tecnologico.
Rassegna La tecnologia non è neutrale…
Colla Esatto, dipende da come la si usa. Noi non affidiamo alla rete il compito di raccogliere i pareri di tutti e poi sono gli stessi che hanno postato la domanda a scegliere la risposta, senza rendere conto dei criteri utilizzati. Abbiamo deciso di partire da un ambito che salvaguardi competenza e rappresentanza in una rete protetta che non crei disintermediazione. Piuttosto vogliamo generare una relazione condivisa sui temi e sugli obiettivi, allargando l’apporto del pluralismo di idee in modo da qualificare la nostra capacità di analisi e di autoformazione. Una fonte di conoscenza che risponda in tempo reale alle domande del gruppo dirigente e di coloro che sul territorio e nelle categorie contrattano in prima linea e che hanno bisogno di nuovi stimoli per governare i processi di cambiamento.
Rassegna Non c’è il rischio che l’utilizzo della piattaforma digitale alla lunga faccia perdere di vista al sindacato l’importanza dell’azione a stretto contatto – propria di uno storico modus operandi dei cosiddetti corpi intermedi solidi – con i lavoratori e con gli stessi suoi militanti?
Colla Questo mai. Piuttosto dobbiamo sapere che non è possibile andare dai lavoratori senza le conoscenze appropriate sull’impatto che le nuove tecnologie avranno sui processi produttivi. Abbiamo pensato la piattaforma proprio per rafforzare il ruolo della contrattazione. In questo l’intermediazione non cambia nella necessità di un rapporto diretto con il lavoratore, al contrario, migliorando capacità di analisi o di proposte, la rafforza. Un metodo che rappresenta in un certo qual modo l’evoluzione delle conferenze di produzione, così come della pratica di far anticipare le vertenze aziendali dagli studi di caso degli anni passati. In entrambe quelle esperienze, le conoscenze si trovavano nell’azienda, spesso tra i lavoratori più qualificati, oppure nell’ambito sindacale. Ma quelle realtà aziendali allora contenevano tutto il ciclo produttivo, mentre oggi non solo quel ciclo non è più ricompreso nel solo perimetro aziendale, ma per ricomporlo si deve affrontare su scala globale. È chiaro che servono nuove competenze per leggerlo e governarlo.
Rassegna Stiamo parlando comunque di uno strumento indispensabile: il sindacato ha assolutamente bisogno di un approccio del tutto nuovo nei confronti del vasto e variegato universo di Industria 4.0, che assicurando maggiore tempestività e approfondimento, consenta di cogliere fino in fondo le opportunità dell’innovazione…
Colla È importante accordarsi su quali sono i processi e i fenomeni che abbiamo di fronte, indipendentemente dalle etichette. È in atto un cambiamento tecnologico trasversale che impatta in tutti i settori. Cambia il modo di produrre e di consumare, cambiano le relazioni formali (il welfare) e quelle informali (la contrattazione), le relazioni tra le persone, cambiano le città e i flussi migratori. Tutto ciò avviene a una velocità spiazzante. Per questo pensiamo che la piattaforma Idea Diffusa sia, per l’insieme di questi motivi, uno strumento indispensabile per affrontare questa radicalità. Ci sono quelli che ci vorrebbero ancora in coda per il gettone, si rassegnino, siamo anche noi, con i nostri valori, nel tempo nuovo.
Rassegna Può Idea Diffusa sconfinare l’ambito specifico delle politiche industriali e trasformarsi in un modello di lavoro esportabile in altri campi di attività della Cgil?
Colla Questa è una domanda che ci siamo posti. E una risposta in parte c’è già: Idea Diffusa viene utilizzata non solo dall’area delle Politiche industriali, ma è condivisa con l’ufficio Progetto Lavoro 4.0, che collabora con tutte le aree della Cgil e risponde alla segreteria generale. Prima di muovere ulteriori passi, però, occorre testare quel che abbiamo messo in campo. Sappiamo di essere in una fase di sperimentazione e siamo abbastanza laici per sapere che questa serve a correggere eventuali errori (in ambito informatico, la versione 1.0 non è mai quella definitiva) e, soprattutto, a far sì che la community prenda confidenza con lo strumento e lo faccia proprio. Ma è evidente che Idea Diffusa, lo dice il nome stesso, ha le potenzialità per allargarsi sia in orizzontale, verso nuovi ambiti di competenza, sia in verticale, anche verso i nostri delegati nei luoghi di lavoro. Per soddisfare le loro domande, rafforzando formazione e informazione a distanza. Ma prima di pensare al secondo tempo dobbiamo giocare bene il primo.