"Il Governo nazionale sia prudente con le parole nei confronti del dittatore Gheddafi, perché noi l'esperienza di un missile lanciato verso Lampedusa l'abbiamo già avuta". Lo dice il sindaco dell'isola, Bernardino de Rubeis, già alle prese in queste ore con l'emergenza sbarchi, che ricorda quando, il 15 aprile 1986, due missili Scud libici furono lanciati contro la base statunitense Loran sull'isola dopo il bombardamento della Libia da parte degli Usa.

"Non vorrei - aggiunge - si facessero proclami nazionali e a essere bombardati fossimo noi o Pantelleria, che siamo i più vicini alla Libia, e non certo Roma. Chiedo quindi una linea moderata per rispetto nei nostri confronti". D'altra parte il sindaco esprime fiducia nella Forze armate, che "auspichiamo ci proteggano".

E per esorcizzare la paura sull'isola c'è anche chi ci scherza su: "Caro Gheddafi questa volta non sbagliare il colpo, prendici in pieno così finiremo di soffrire", si legge in un cartello affisso nei pressi del porto di Lampedusa dal comitato spontaneo dei pescatori, guidato dal generale ed ex assessore delle Pelagie, Antonio Pappalardo.

"Siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo in Libia - afferma Pappalardo - Temiamo che questa volta possa accadere qualcosa di catastrofico a Lampedusa".