Secondo l'Eurostat, più di un milione di cittadini europei sotto i 75 anni ha perso la vita nel 2022 per patologie considerate evitabili. La stragrande maggioranza di queste morti si sarebbe potuta evitare, grazie a trattamenti sanitari adeguati o efficaci interventi di salute pubblica. I mancati investimenti e i tagli alla sanità, insomma, mietono vittime nel vecchio continente. Sono cifre che fanno tremare i polsi e che parlano di un’Europa inviluppata in una crisi sanitaria strutturale, in cui la mancanza di investimenti pubblici e la carenza cronica di personale mettono a rischio vite umane, ogni giorno.

Cure mancate 

Il dato più allarmante riguarda, in effetti, le condizioni trattabili: centinaia di migliaia di persone sono sostanzialmente morte per mancanza di cure tempestive e di accesso a servizi. Ancora più gravi sono le morti legate a patologie prevenibili, che avrebbero potuto essere evitate se le politiche pubbliche avessero puntato su campagne di prevenzione, vaccinazioni, educazione sanitaria e tutela dell’ambiente. Ma così non è stato.

Carenza di personale

La pubblicazione arriva in un momento in cui il sistema sanitario europeo è messo a dura prova da una carenza generalizzata di personale. Secondo l’Ocse, infatti, nei paesi membri dell’Unione mancano almeno 1,2 milioni tra medici, infermieri e ostetriche. A rendere ancora più critico il quadro, ci sono le regole fiscali europee, che costringono molti Stati membri a comprimere la spesa pubblica, tagliando proprio su sanità, istruzione e welfare. A tutto questo s'aggiunge l’attuale pressione politica per aumentare i fondi destinati alla difesa, spostando ulteriori risorse dai servizi essenziali.

L'austerità uccide

Di fronte a questa terribile emergenza, la Confederazione Europea dei Sindacati (Ces) ha rilanciato con forza la richiesta di una riforma delle regole fiscali europee. La segretaria generale Esther Lynch ha definito “scioccante e inaccettabile” che più di un milione di persone perdano la vita ogni anno per mancanza di cure accessibili. Ha lodato il “lavoro eroico degli operatori sanitari, spesso costretti a fare straordinari per colmare vuoti ormai strutturali”, ma ha anche ribadito che “non è più tollerabile continuare a sacrificare la vita delle persone sull’altare del pareggio di bilancio”. Per Lynch, il messaggio è chiaro: “L’austerità uccide, e le attuali regole fiscali dell’Ue non permettono neanche di garantire i bisogni più basilari dei cittadini”.

Anche la Federazione sindacale europea dei Servizi Pubblici (Epsu) ha espresso forte preoccupazione. Il segretario generale Jan Willem Goudriaan ha sottolineato come lo slogan "l’austerità uccide" sia ormai una realtà quotidiana per pazienti e operatori. Le testimonianze raccolte dagli ospedali parlano di reparti sovraffollati, pazienti curati nei corridoi, tempi d’attesa infiniti e un personale stremato, colpito da burnout e costretto a lavorare in condizioni insostenibili. Goudriaan ha anche messo in discussione “la fiducia cieca nella privatizzazione”, sostenendo che “la logica del profitto non ha risolto, e non può risolvere, i problemi del sistema sanitario”. La soluzione, per Epsu, passa da “maggiori fondi pubblici e da una sospensione del Patto di Stabilità e Crescita per quanto riguarda i servizi pubblici essenziali”.

Tassare le ricchezze

Un’ultima proposta emerge con forza: tassare l’estrema ricchezza. Secondo Goudriaan, un'imposta anche modesta, pari all’1% sui grandi patrimoni, basterebbe a coprire le carenze di personale sanitario in tutta Europa: “In un’epoca segnata da profitti aziendali record e distribuzioni straordinarie di dividendi, la richiesta appare più che legittima”.